Estero

Suez, "non possiamo indicare una data per la fine della crisi"

L'ammiraglio Osama Rabie: "I fattori meteorologici non sono le sole ragioni dello spiaggiamento della nave. Altri errori sono potuti entrare in gioco"

(Keystone)
27 marzo 2021
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"Non possiamo determinare un calendario per la fine della crisi creata dalla nave incagliatasi a Suez": lo scrive su Twitter Al Jazeera riportando una dichiarazione del presidente dell'Autorità del Canale, l'ammiraglio Osama Rabie, circa il blocco della via d'acqua e l'ingorgo di almeno altre 321 navi in attesa di transitare.

Alla domanda su quando la nave potrebbe tornare a navigare, Rabie ha però detto che è possibile "oggi o domani, dipende dalla reattività della nave alle maree".

L'ammiraglio ha notato che ieri mattina le eliche avevano potuto girare, sebbene non a piena velocità, ma poi era stato necessario fermarle a causa di un cambio della marea e tornare all'impiego di scavatrici.

Rabie ha poi detto che un "errore tecnico o umano" potrebbe aver contribuito all'incagliamento della Ever Given: lo riferisce un tweet di Sky News Arabiya. Il maltempo non è la causa principale dell'incidente, e ve ne sono altre, ha ribadito, mettendo ulteriormente in dubbio la già controversa tesi iniziale che attribuiva l'incidente alla scarsa visibilità causata da una tempesta di sabbia.

"Le forti raffiche di vento e i fattori meteorologici non sono le sole ragioni principali dello spiaggiamento della nave. Anche altri errori, umani o tecnici, sono potuti entrare in gioco", ha detto l'ammiraglio in una conferenza stampa a Suez.

Eppure era stato un comunicato del portavoce dell'Authority, George Safwat, a sostenere che la perdita di orientamento del cargo, responsabile dell'incagliamento, era avvenuta per "assenza di visibilità" causata da una "tempesta di vento" che aveva colpito la zona con venti di "40 nodi".
 
 

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