Estero

In Cina si invita a boicottare H&M e altri marchi stranieri

La tv statale Cctv ha inviato a boicottare il brand svedese, che ha rifiutato di usare il cotone dello Xinjiang per i sospetti di ricorso al lavoro forzato

(Keystone)
25 marzo 2021
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La tv statale cinese Cctv ha invitato al boicottaggio contro H&M, mentre Pechino si avvia all'escalation che prende di mira altri marchi di abbigliamento e calzature stranieri dopo le sanzioni decise lunedì da Usa, Ue, Gb e Canada contro i funzionari cinesi accusati di violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, a danno di uiguri e altre minoranze musulmane.

Il Global Times ha anche criticato le dichiarazioni di Burberry, Adidas, Nike, New Balance e Zara sullo Xinjiang già due anni fa. "Per le imprese che toccano la linea di fondo del nostro Paese, la risposta è molto chiara: non comprare!", ha scritto la Cctv sui social media.

Secondo ricercatori e governi stranieri, più di 1 milione di persone nello Xinjiang, la gran parte appartenenti a gruppi etnici musulmani, sono state confinate nei campi di lavoro che, secondo Pechino, sono uno strumento di promozione dello sviluppo economico e sociale, e di lotta a estremismo e radicalismo.

I cinesi hanno "il diritto di esprimere i propri sentimenti. Non accettano che le società straniere da un lato guadagnino denaro da loro e dall'altro diffamino la Cina. Rifiutare il cotone dello Xinjiang, tra i migliori al mondo, è una perdita per i marchi", ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying.

"La cosiddetta esistenza del lavoro forzato nella regione dello Xinjiang è totalmente fasulla";ha affermato Gao Feng, portavoce del ministero del Commercio, che, nel corso della conferenza stampa settimanale, ha invitato le società straniere a "correggere le pratiche sbagliate" e a evitare di politicizzare le questioni commerciali, aggiungendo che "l'impeccabile cotone dello Xinjiang non consente alle forze di screditarlo e di contaminarlo".

Celebrità tra cui Wang Yibo, un popolare cantante e attore, hanno annunciato lo stop ai contratti di sponsorizzazione con H&M e Nike. Mentre il Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, la 'voce' del Partito comunista, ha detto che anche Burberry, Adidas, Nike e New Balance hanno fatto "osservazioni taglienti" sul cotone dello Xinjiang. Sempre lo stesso quotidiano ha citato quello che ha detto di essere una dichiarazione di Zara che aveva un "approccio di tolleranza zero nei confronti del lavoro forzato".

La dichiarazione di H&M incriminata è dello scorso anno e citava la decisione di Better Cotton Initiative, un gruppo industriale che promuove gli standard ambientali e di qualità del lavoro, di interrompere la concessione di licenze per il cotone dello Xinjiang perché era "sempre più difficile" risalire a come veniva prodotto. I netizen hanno preso di mira anche altri marchi dell'abbigliamento, come la nipponica Uniqlo e l'americana Gap, come possibili autori di attacchi alla regione cinese del nordovest e alla sua produzione di cotone.

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