Estero

Pace fatta tra Unione europea e Londra sui vaccini

E ora si guarda agli Stati Uniti per un'alleanza anti-Covid. Il punto finale a settimane di scambi di accuse e schermaglie verbali

La bufera si placa (Keystone)
24 marzo 2021
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L'Ue guarda agli Stati Uniti per un'alleanza sui vaccini anti-Covid e, nel giorno del varo della stretta all'export dei sieri con il mirino rivolto verso Londra, sigla la pace proprio con il vicino d'Oltremanica per trovare «una soluzione win-win» sulle forniture delle dosi.

Dopo settimane di scambi di accuse e schermaglie verbali, i toni si sono fatti finalmente più ragionevoli. «L'apertura e la cooperazione globale tra tutti i Paesi saranno la chiave per superare definitivamente la pandemia e prepararsi meglio ad affrontare le future sfide», hanno riconosciuto Londra e Bruxelles.

Tra i diplomatici qualcuno ha già commentato: «Segno che il giro di vite per le autorizzazioni sulle esportazioni», la pistola sul tavolo, «ha già avuto il suo effetto».

L'iniziativa della Commissione sulle esportazioni, che domani sarà discussa al vertice dai leader, è arrivata dopo le gravi inadempienze di AstraZeneca verso i 27. Per i tagli è finita sul banco degli imputati, con l'accusa di mancanza di reciprocità, la Gran Bretagna, che oltre a non aver condiviso con i partner europei gli shot del colosso anglo-svedese prodotti nel suo territorio, si è rifornita «di 10,9 milioni di dosi dai siti dell'Unione», soprattutto Pfizer, restituendone zero. Da qui l'iniziativa di affilare le armi sostenuta da Italia, Francia e Germania e guardata invece con preoccupazione da Olanda, Belgio e Irlanda.

Il ‘caso’ di Anagni

Intanto in Italia è finito sotto la lente uno stabilimento di AstraZeneca ad Anagni, vicino a Roma, dove da settembre si infialano i vaccini al ritmo di 5-6 milioni dosi. Su richiesta della Task Force dell'Ue, le autorità italiane sabato hanno effettuato un'ispezione che ha portato alla luce uno stock di 29 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca.

Alle autorità italiane tali dosi risultavano destinate al Belgio. AstraZeneca ha a sua volta diffuso una nota in cui ha definito tali informazioni «inesatte», precisando che 13 milioni di dosi sarebbero destinate al programma Covax (il programma Onu per la distribuzione di vaccini nei Paesi a basso reddito) e altri 16 milioni «all’Europa».

Il tutto sullo sfondo delle «forti inadempienze» da parte del colosso e denunciate dall'Europa: "di 120 milioni di dosi" che avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre secondo il contratto, ha tagliato a «30 milioni ma non è nemmeno vicino a questa cifra». Il premier italiano, Mario Draghi, ha precisato: i lotti «sono partiti per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Intanto la sorveglianza continua per quelli rimanenti».

Anche i Paesi Bassi, per voce del premier olandese, Mark Rutte, sono pronti a «bloccare» l'esportazione di vaccini «se la Commissione Ue lo richiede». E la Francia attacca: AstraZeneca ha mantenuto «quasi integralmente» i suoi impegni «con la Gran Bretagna ma non con l'Unione europea» in materia di consegna dei vaccini ed è «una situazione completamente inaccettabile. L'Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione».

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