Estero

La grande protesta dei lavoratori Amazon in Italia

Sciopero con un'adesione del 75% e sit-in in tante città. ‘Costretti a ritmi folli per via di un algoritmo’

Lo sciopero a Torino (Keystone)
22 marzo 2021
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Milano – "Siamo umani, non robot". Da Milano a Genova, da Padova a Torino, per la prima volta si sono fermati gli addetti di Amazon, portando fuori dai cancelli degli stabilimenti le rivendicazioni contro il colosso del commercio elettronico, e invitando i consumatori a sposare la protesta con uno stop agli acquisti per 24 ore. Uno sciopero con un'adesione media del 75%, dicono i sindacati, limitata invece secondo l'azienda al 20% per i servizi di consegna e inferiore al 10% in Amazon.

Solidarietà dall'estero

Ad ogni modo era una mobilitazione inedita e ai lavoratori italiani sono arrivati messaggi di solidarietà dall'estero, anche dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti, altri fronti aperti per la compagnia di Jeff Bezos. "Fratelli e sorelle italiani, buona fortuna per il vostro sciopero nazionale. Questa è una lotta globale, una lotta di giustizia e siamo dalla vostra parte", il messaggio in un video di Jennifer Bates, sindacalista dell'Alabama che nei giorni scorsi davanti alla Commissione bilancio del Senato americano ha raccontato le "estenuanti" condizioni di lavoro nel suo stabilimento Amazon. In Italia ci sono oltre 40 siti e altri due sorgeranno nel 2021, come ha annunciato a gennaio la multinazionale promettendo "1.100 posti di lavoro a tempo indeterminato entro tre anni che si andranno ad aggiungere agli 8.500 già creati" nel nostro Paese.

La difesa dell‘azienda

E in questa giornata di sciopero Amazon a sua volta si è rivolta ai clienti, assicurando in una lettera di mettere "al primo posto i nostri dipendenti e quelli dei fornitori terzi offrendo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi tra i più alti del settore, benefit e ottime opportunità di crescita professionale", ha scritto la country manager Mariangela Marseglia. La pensano in maniera decisamente diversa i 30-40mila addetti degli hub e di quelli alle consegne, ossia i driver, in pratica l'ultimo miglio del servizio a domicilio, sempre più utilizzato con i lockdown anti-Covid. "Facciamo in media 150 fermate al giorno, consegnando 170 pacchi in un tempo effettivo di sette ore e mezza. Tempi inaccettabili, regolati da un algoritmo, che ci costringono a mettere a repentaglio la nostra vita perché non ci permettono di rispettare il codice della strada", raccontavano in mattinata i corrieri della sede di Brandizzo, nel Torinese. Qualche lavoratore interinale ha superato la paura, altri no. Fatto sta che dalle 7 una parte (larga o meno, secondo le versioni) della filiera italiana di Amazon è stata bloccata dalla mobilitazione proclamata dieci giorni fa da Filt Cgil, Fit Cisl, e Uiltrasporti per "l'indisponibilità" di Assotrasporti di affrontare i temi posti dai sindacati nella trattativa per la contrattazione di secondo livello.

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