Estero

Birmania, i militari licenziano l'ambasciatore all'Onu

L'annuncio in serata della tv di stato Mrtv: "Kyaw Moe Tun non è più l'ambasciatore della Birmania all'Onu. Ha tradito il suo paese"

27 febbraio 2021
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La giunta militare birmana ha privato delle sue funzioni l'ambasciatore alle Nazioni Unite che ieri all'Assemblea Generale davanti agli occhi di tutto il mondo ha preso le difese della democrazia rovesciata dai militari, invitando la comunità internazionale a intraprendere "l'azione più forte possibile" contro il regime.

In serata la tv di stato birmana Mrtv ha annunciato che "Kyaw Moe Tun non è più l'ambasciatore della Birmania all'Onu. Non ha seguito le istruzioni e la direzione dello stato e ha tradito il suo Paese. Per questo - ha concluso l'annuncio - è revocata la sua funzione a partire da oggi".

Nel suo discorso all'Onu, nel quale in vari momenti ha tradito con la voce l'emozione, Kyaw Moe Tun ha detto che "abbiamo bisogno dell'azione più forte possibile da parte della comunità internazionale per porre fine immediatamente al colpo di stato militare, per porre fine all'oppressione di persone innocenti, per restituire il potere statale al popolo e per ripristinare la democrazia", facendo appello ai Paesi delle Nazioni Unite affinché non riconoscano il regime militare o non cooperino con esso, concludendo il discorso con il segno delle tre dita, diventato in queste settimane il simbolo della protesta e della disobbedienza civile in Birmania.

Manifestante uccisa a colpi d'arma da fuoco

Un'altra manifestante è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dalla polizia nella città birmana di Monywa, secondo i resoconti dei media locali, citati dal Guardian. In Birmania si è intensificata la repressione violenta contro i dimostranti che da settimane protestano contro il golpe militare del primo febbraio. Durante le manifestazioni di oggi sono stati sparati gas lacrimogeni e proiettili di gomma e arrestate decine di persone in particolare nelle due città più grandi, Yangon e Mandalay.
 

 


 

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