Estero

Ngozi Okonojo-Iweala prima donna alla guida del Wto

L'economista ed ex ministro delle finanze della Nigeria, 66 anni, è stata nominata direttore generale dell'organizzazione mondiale per il commercio.

(Keystone)
15 febbraio 2021
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Ngozi Okonojo-Iweala è la prima donna e la prima africana alla guida del Wto. L'economista ed ex ministro delle finanze della Nigeria, 66 anni, è stata nominata, come nelle attese, direttore generale dell'organizzazione mondiale per il commercio. Mai così tante le donne a capo delle istituzioni internazionali. Okonojo-Iweala si unisce infatti alla nutrita pattuglia femminile che oramai ricopre un ruolo di leadership nel mondo: dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, a quella della Commissione europea, Ursula von der Leyen, passando per la numero uno del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Un quadro che regala ulteriori spunti di riflessione per l'Italia dove ancora una volta in questi giorni infuria la polemica sulla scarsa rappresentanza femminile nel governo e nelle istituzioni.

Il veto di Trump

"È un momento storico per il mondo intero", commenta da Bruxelles von der Leyen, che si dice "felice di vedere una donna proveniente dall'Africa" a capo di un'organizzazione così importante e che aspetta di essere profondamente riformata e rilanciata. La svolta si è concretizzata nel giro di pochi giorni, dopo che l'amministrazione Usa guidata da Joe Biden ha sciolto la riserva sul nome Okonojo-Iweala, superando il veto che era stato posto da Donald Trump. L'ex presidente americano, infatti, aveva fino all'ultimo sostenuto la candidatura della sudcoreana Yoo Myung-hee, nonostante la schiacciante maggioranza dei Paesi membri del Wto (162 su 164) avesse dato il suo endorsement all'economista nigeriana. Quest'ultima entrerà in carica il prossimo primo marzo e il suo mandato, rinnovabile, scadrà il 31 agosto 2025. "Un Wto forte è vitale se vogliamo riprenderci completamente e rapidamente dalla devastazione causata dalla pandemia", le prime parole da leader di Okonojo-Iweala, lei che da anni lavora nell'organizzazione con sede a Ginevra e ne conosce bene tutti i pregi e tutti i difetti. La sua parola d'ordine è sempre stata ed è più che mai "risuscitare il Wto", consapevole delle sfide che l'attendono dopo quattro anni di guerre commerciali alimentate dall'amministrazione Trump che hanno messo in pericolo lo stesso futuro dell'istituzione.

I dossier da portare avanti

Sulla sua scrivania il nuovo direttore generale del Wto troverà subito dossier caldissimi: dai deteriorati rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina all'infinita guerra dei cieli tra le due sponde dell'Atlantico, con la saga dei dazi legati alla vicenda degli aiuti di stato ad Airbus e Boeing. Ma è facile immaginare come l'attenzione si sposterà sempre più anche sull'Africa, nuovo terreno di competizione commerciale tra i grandi Paesi, con investimenti crescenti soprattutto da parte della Cina. "L'organizzazione deve affrontare numerose sfide, ma lavorando insieme - la promessa di Okonojo-Iweala - possiamo rendere collettivamente il Wto più forte, più agile e più aderente alle realtà".

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