Estero

Etiopia, il governo conferma: "Commessi stupri nel Tigrè"

Lo ha dichiarato il ministro etiope delle donne, senza specificare a quale parte in guerra appartengano i responsabili. Molte donne accusano soldati eritrei

(Keystone)
12 febbraio 2021
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Violenze sessuali hanno "senza alcun dubbio" avuto luogo durante la guerra civile etiope nello Stato del Tigrè, nel nord del Paese del Corno d'Africa. Lo ha detto la ministra delle Donne, dei Bambini e della Gioventù dell'Etiopia, Filsan Abdullahi Ahmed, confermando così i rapporti dei testimoni oculari e dell'Onu.

La dichiarazione è arrivata ieri notte e segna il primo riconoscimento ufficiale dei crimini che gli attivisti temono diffusi. Una task force governativa "purtroppo ha stabilito che la violenza sessuale ha avuto luogo con certezza e senza alcun dubbio", ha dichiarato Filsan via Twitter.

Funzionari della polizia "stanno attualmente elaborando i dati in termini di cifre", ha aggiunto, esprimendo l'auspicio che i responsabili siano "portati al cospetto della giustizia".

Filsan non ha specificato quali forze siano responsabili degli stupri documentati dalla task force governativa, ma numerose donne che hanno parlato con l'Afp sostengono di essere state violentate dalle forze eritree, la cui presenza nel Tigrè è largamente documentata, sebbene negata ufficialmente da Addis Abeba e Asmara.

La giornata odierna rappresenta la 100esima di combattimenti dall'inizio della guerra civile tra le forze federali del primo ministro etiope Abiy Ahmed e quelle fedeli all'ormai ex partito di governo locale, il Fronte di liberazione del popolo dei Tigrè (Tplf).

Abiy ha dichiarato la vittoria dopo la presa della capitale tigrina Makallè lo scorso 28 novembre, ma il Tplf si è impegnato a continuare nella lotta e i cooperanti denunciano un'insicurezza nella regione tale da ostacolare la risposta umanitaria.

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