Estero

Birmania, i ministri esteri del G7: stop a stato d'emergenza

Espressa profonda preoccupazione per il colpo di Stato. E la Cina blocca la condanna espressa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu

Colpo di Stato
(Foto Keystone)
3 febbraio 2021
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I ministri degli Esteri del G7 si sono detti oggi "profondamente preoccupati" del colpo di Stato in Birmania ed hanno esortato i militari a porre fine "immediatamente" allo stato di emergenza nel Paese. Lo si legge in un comunicato congiunto diffuso oggi da Londra.

"Siamo profondamente preoccupati per la detenzione di leader politici e attivisti della società civile, tra cui la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi e il presidente Win Myint, e per l'attacco ai media", hanno affermato i ministri di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Giappone.

"Chiediamo ai militari di porre immediatamente fine allo stato di emergenza, ristabilire il potere del governo democraticamente eletto, liberare tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti e rispettare i diritti umani e lo stato di diritto", conclude il comunicato.

E la Cina blocca la dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condannava il colpo di Stato 

Intanto, la Cina ha bloccato una bozza di dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che condannava il colpo di Stato militare in Birmania.

Secondo quanto riporta la BBC, il Consiglio - che si è riunito ieri - non è riuscito a trovare un accordo su una dichiarazione congiunta a causa dell'opposizione di Pechino, che ha il diritto di veto come membro permanente dell'organismo.

Durante la crisi dei Rohingya nel 2017, Pechino aveva bloccato qualsiasi iniziativa del Consiglio per tenere riunioni sulla Birmania o rilasciare dichiarazioni congiunte.

 

 

 

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