USA

Riprendono i lavori al Congresso, ma il bilancio è di 4 morti

Quattro morti, 13 feriti e 52 arresti: la sindaca di Washington estende l'emergenza pubblica e mantiene il coprifuoco

(Keystone)
7 gennaio 2021
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Camera e Senato Usa sono tornati a riunirsi insieme per esaminare e contare i certificati dei voti del collegio elettorale, sotto la presidenza di Mike Pence. Aprendo la seduta, egli ha condannato l'assalto dei sostenitori di Donald Trump. "Non avete vinto, la violenza non vince mai", ha detto.

Entrambi i rami del Congresso hanno respinto la prima contestazione dei voti del collegio elettorale, quella riguardante l'Arizona, dove ha vinto Joe Biden. Al Senato è stata affondata con 93 no e 6 sì. Alla Camera i sì (tutti del Grand Old Party) sono stati 122, poco sotto i 140 previsti (sui 211 totali) prima delle proteste violente dei manifestanti pro Trump al Congresso. Ciò significa che la maggioranza del partito continua a condividere le accuse di brogli o di elezioni illegittime.

Il bilancio provvisorio degli scontri nella manifestazione di protesta dei fan di Donald Trump a Washington è di quattro morti, 13 feriti e 52 arresti a Washington, di cui 26 a Capitol Hill, secondo la polizia. Una manifestante è morta dopo essere stata colpita al petto da un colpo d'arma da fuoco dentro la sede del Congresso. Molti dimostranti pro Trump sono stati fermati per violazione del coprifuoco.

Intanto la sindaca di Washington Muriel Bowser ha esteso l'emergenza pubblica nella capitale americana per 15 giorni, ovvero fino al 21 gennaio, il giorno successivo al giuramento di Joe Biden. Resta in vigore anche il coprifuoco.

Gli account di Twitter, Facebook e Instagram di Donald Trump sono stati bloccati per diverse ore. Poco prima egli ha twittato: "Queste sono le cose che succedono quanto una vittoria elettorale a valanga è brutalmente strappata da patrioti trattati ingiustamente per molto tempo. Andate a casa".

L'ex direttrice delle comunicazioni della Casa Bianca, Stephanie Grisham, attuale portavoce e chief of staff della first lady Melania, si è dimessa in seguito all'assalto. Lo riferisce la Cnn citando un dirigente della Casa Bianca. Anche il potente senatore repubblicano Lindsey Graham volta le spalle a Donald Trump, di cui è stato uno stretto alleato. "Io e Trump abbiamo avuto fatto un bel viaggio. Mi dispiace che finisca così ma oggi tutto ciò che posso dire è 'non contare su di me'. Quando è troppo è troppo. Ho provato ad essere utile", ha detto in Senato, affermando che Joe Biden e Kamala Harris "sono stati eletti legalmente e diventeranno presidente e vicepresidente".

Nel frattempo un crescente numero di leader repubblicani inizia a ritenere che il presidente uscente dovrebbe essere rimosso prima del 20 gennaio. Lo riporta Cnn, secondo la quale quattro repubblicani ritengono il 25esimo emendamento la strada migliore, mentre altri due opterebbero per l'impeachment. L'indiscrezione mostra la crescente frustrazione del partito del presidente, già spaccato sulle accuse di Trump di brogli elettorali.

Non si sono fatte attendere le reazioni a quanto accaduto. La violenza al Congresso è stato un momento di "grande disonore e vergogna" per gli Stati Uniti ma non "una completa sorpresa", ha affermato l'ex presidente statunitense Barack Obama sottolineando che la violenza è stata la conseguenza di una "narrativa di fantasia" dei repubblicani. Ed è stata "incitata di un presidente che ha continuato a mentire sul risultato delle elezioni".

L'ex presidente repubblicano George W. Bush ha condannato l'"insurrezione" al Congresso degna - ha detto - di una "Repubblica delle banane". "Un assalto senza precedenti al Congresso, alla Costituzione e al Paese", ha rilevato l'ex presidente Bill Clinton, sottolineando che il "fiammifero è stato accesso da Donald Trump e dai suoi più ardenti sostenitori, inclusi molti in Congresso, per capovolgere il risultato delle elezioni che ha perso".

"Credo nella forza delle istituzioni e della democrazia Usa. La transizione pacifica del potere è al centro. Joe Biden ha vinto le elezioni. Sono ansiosa di lavorare con lui come prossimo presidente degli Stati Uniti". Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ritwittando la frase di Biden: "L'America è molto meglio di quello che stiamo vedendo oggi".

"Le violenze contro le istituzioni americane sono un grave attacco contro la democrazia. Io le condanno", ha scritto il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, in un tweet.

I canadesi sono "profondamente turbati" dall'assalto a Capitol Hill, ha detto il premier Justin Trudeau definendo quanto accaduto negli Stati Uniti, "il nostro più stretto alleato e vicino, un attacco alla democrazia". "La violenza non riuscirà mai a prevalere sulla volontà del popolo. La democrazia negli Usa deve essere sostenuta, e lo sarà", ha aggiunto Trudeau.
 
 

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