Estero

Boris Johnson cerca di rassicurare gli inglesi

Secondo lui non devono temere né la nuova variante del coronavirus, né il blocco delle merci alle frontiere potenzialmente aggravato dalla Brexit

Il premier britannico (Keystone)
21 dicembre 2020
|

Un'isola di nome e di fatto, tagliata fuori dall'Europa e da buona parte del mondo. La cosiddetta variante inglese del Covid-19 fa paura e spinge la comunità internazionale a cercare disperatamente di trincerarsi di fronte a un pericolo che pure circola già ben oltre il confine della Manica. In uno scenario nel quale l'Ue non ha fornito un'indicazione comune lasciando spazio alla cacofonia degli annunci individuali di sospensione cautelare dei collegamenti con il Regno Unito decisi fin da ieri da quasi tutti i Paesi membri; mentre a Londra Boris Johnson si sforza di allontanare l'ombra del panico, giurando che le scorte degli alimentari, dei prodotti essenziali, dei farmaci e – non ultimo – dei vaccini anti-coronavirus non sono a rischio, a dispetto degli allarmi su un potenziale incrocio devastante alle frontiere doganali fra questa ennesima allerta sanitaria di fine 2020 e le potenziali conseguenze di un no deal commerciale con Bruxelles sempre più incombente negli affannosi negoziati sulla Brexit.

Il premier Tory ha reagito alla bufera convocando una riunione straordinaria del comitato di emergenza Cobra per fare il punto su una situazione su cui il Labour di Keir Starmer torna ad accusarlo di aver "perso il controllo", evocando lo spettro di un caos nazionale fra Natale e Capodanno. Poi, in un ennesimo briefing serale da Downing Street, si è rivolto al Paese e alla comunità internazionale, con il ministro dei Trasporti Grant Shapps e con il professor Patrick Vallance, consigliere scientifico capo del governo, per rassicurare. Ha spiegato che l'incubo degli scaffali vuoti non ha ragion d'essere, almeno per ora, poiché il Regno ha stock di alimentari e altre merci vitali "solidi e robusti", mettendo in guardia contro qualsiasi corsa all'accaparramento nei supermercati.

Ha quindi aggiunto di comprendere "pienamente le ansie dei nostri amici" in Europa e nel mondo per la mutazione del coronavirus individuata nelle ultime settimane a partire dal sud dell’Inghilterra – ma chissà se originata oltremanica o altrove – grazie alla mappatura del Dna condotta su una percentuale significativa di persone testate positive al Covid; non senza lasciare però intendere che se le cautele temporanee relative al traffico passeggeri sono perfettamente giustificabili, lo stop ai camion merci "con un singolo autista a bordo" imposto in particolare dalla Francia (ma non dalla Svizzera) rappresenta una risposta a "rischi molto bassi". Un provvedimento che del resto, ha notato, colpisce a oggi non più del 20% delle importazioni dal Vecchio Continente concentrate nel porto di Dover; e che il grosso delle spedizioni di "cibo, medicinali e rifornimenti continuano ad andare e venire normalmente".

Il tutto sullo sfondo di uno stallo negoziale con l'Ue sul dopo Brexit ad appena dieci giorni dalla scadenza della fase di transizione post divorzio, della quale BoJo e i suoi continuano a escludere categoricamente la benché minima proroga: a dispetto del rilancio degli appelli in extremis dei partiti di opposizione, indipendentisti scozzesi in testa, e anche a rischio di un no deal, il cui effetto – intrecciato con l'ultima emergenza Covid – potrebbe davvero innescare il caos alle dogane. In ogni caso il governo Tory assicura d'essere già al lavoro "in stretto contatto con i partner" per definire protocolli sanitari ad hoc utili a consentire sia una ripresa immediata dei transiti cargo sulla rotta Calais-Dover, sia un graduale ripristino dei voli e dei treni passeggeri, al momento sospesi quasi totalmente per gli arrivi dal Regno e decimati anche sul fronte dei rientri, con masse di viaggiatori bloccati su una sponda e sull'altra e costretti a cambiare i piani natalizi.

A dare un minimo di sponda agli incoraggiamenti del primo ministro britannico vi sono le indicazioni degli scienziati, che seppur prudenti sugli sviluppi tutti da verificare della variante inglese, e preoccupati per la sua apparente velocità di trasmissione, insistono nell’evidenziare come non vi siano elementi tali da far pensare che questa mutazione sia più letale delle precedenti (cosa che sembrano testimoniare i dati odierni dello stesso Regno, con un numero ancora elevato di casi quotidiani, oltre 33,ila, ma un calo dei morti nelle 24 ore a 215, circa la metà dell'Italia). Né che possa resistere ai vaccini anti-Covid, come fa eco fra gli altri l'agenzia del farmaco europea, che ieri ha peraltro approvato la commercializzazione di quello Pfizer-Biontech. D‘altronde proprio il Regno Unito ne ha avviato la distribuzione in anticipo su tutti gli altri Paesi occidentali, come ha rivendicato Johnson con orgoglio, annunciando il superamento del mezzo milione di dosi somministrate.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE