Estero

Sul clima l'Unione Europea vuole arrivare prima

Concordato il taglio delle emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto al 1990 entro il 2030. Accordo dopo un lungo braccio di ferro con alcuni Paesi dell'Est

Angela Merkel e Ursula von der Leyen (Keystone)
11 dicembre 2020
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Nel giorno in cui Greta Thunberg torna in piazza per rivendicare azioni più incisive contro i cambiamenti climatici, l'Unione europea rilancia il suo impegno su questo fronte dandosi un nuovo obiettivo. Non è stato semplice, perché c'è voluta un'intera notte di complesse trattative tra i leader dei 27. Ma alla fine l'accordo è stato raggiunto e l'Ue ha deciso di ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra del 55% rispetto al 1990 entro il 2030. Un'intesa che rappresenta una svolta rispetto all'obiettivo del 40% fissato nel 2014 e che consente all'Unione di presentarsi come avanguardia nella lotta ai cambiamenti climatici al quinto anniversario della firma dell'Accordo di Parigi, avvenuta il 12 dicembre del 2015. Con la fondata speranza che l'Europa possa trovare, almeno su questo fronte, un nuovo alleato nella prossima amministrazione statunitense che si insedierà alla Casa Bianca quando Joe Biden prenderà il posto di Donald Trump.

"Abbiamo passato una notte in bianco, ma ne è valsa la pena", ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante la conferenza stampa svoltasi al termine della maratona negoziale. L'accordo sul clima, insieme al via libera definitivo dato al piano Next Generation Eu e al bilancio Ue 2021-2027, ha osservato, rappresenta un "successo enorme" per l'insieme dell'Unione. Altrettanto soddisfatta la presidente della Commissione europea: "Ora - ha sottolineato Ursula von der Leyen - abbiamo tutti gli strumenti per agire, conseguire l'obiettivo del 55%" e procedere verso il traguardo della "neutralità climatica nel 2050". Il Green Deal, ha poi aggiunto, "sarà la nostra strategia" per imboccare la strada della riprese e di una crescita sostenibile.

L'accordo tra i 27 sul nuovo obiettivo per la lotta ai cambiamenti climatici è arrivato al termine di un lungo braccio di ferro con alcuni Paesi dell'Est - ma soprattutto con la Polonia - oggi fortemente dipendenti dalla fonte energetica più inquinante di tutte: il carbone. Solo alle prime luci dell'alba la situazione si è sbloccata grazie alle concessioni ottenute da Varsavia sul ruolo che il gas potrà svolgere durante la transizione verso nuove fonti energetiche e sugli aiuti economici e normativi che mitigheranno l'impatto di questo passaggio.

In base all'intesa i contributi nazionali all'accordo di Parigi saranno modificati per riflettere il nuovo target. Ogni Stato resterà comunque libero di decidere con quale mix energetico raggiungere il nuovo obiettivo. Il Consiglio europeo ha inoltre chiesto alla Commissione di presentare una proposta legislativa sui Green Bond entro giugno 2021. 

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