Estero

Uno spiraglio di libertà per Lady Huawei

Potrebbe tornare a casa la dirigente cinese arrestata nel contesto di un complesso caso che mescola hi-tech, sicurezza nazionale e guerre commerciali

Sorvegliata speciale (Keystone)
4 dicembre 2020
|

Si apre uno spiraglio di libertà per Meng Wanzhou, la responsabile finanziaria del colosso cinese Huawei arrestata in Canada a fine 2018 su richiesta degli Usa con l'accusa di aver aggirato le sanzioni americane all'Iran. Il dipartimento di Giustizia statunitense, secondo quanto rivelato dal Wall Street Journal, sta discutendo da settimane un accordo con 'Lady Huawei' che le permetterebbe di lasciare gli arresti domiciliari nella sua villa a Vancouver e di tornare in Cina, mettendo fine a un caso giudiziario che ha avvelenato le già tese relazioni tra Washington e Pechino. I suoi avvocati stanno trattando una sorta di patteggiamento in base al quale la manager dovrebbe dichiararsi colpevole di alcune delle accuse, consentendo ai procuratori di posticipare e poi lasciar cadere le incriminazioni.

Lady Huawei finora ha resistito all'offerta convinta di non aver fatto nulla di male e ha continuato a opporsi alla richiesta di estradizione americana, un iter che potrebbe richiedere anni. "E' un'inchiesta politicizzata", ha sempre denunciato. Sulla stessa lunghezza d'onda l'ultima reazione del ministero degli Esteri cinese: "Meng è innocente e non ha commesso nessuno dei crimini che Usa o Canada le attribuiscono. Il caso è un grave incidente politico. La deliberazione e l'azione del governo Usa non derivano da cause legali ma dall'agenda volta a sopprimere le società hi-tech cinesi". I negoziati tuttavia proseguono, nella speranza di trovare una soluzione prima che Donald Trump lasci la Casa Bianca, anche se i dirigenti di Huawei confidano in una maggiore indulgenza da parte del futuro presidente Joe Biden.

A spingere per una via d'uscita è anche il fatto che un accordo spianerebbe la strada al rimpatrio di due canadesi detenuti in Cina dopo l'arresto di Wanzhou, con evidente intento ritorsivo: Michael Spavor e l'ex diplomatico Michael Kovrig. Una mossa che ha inasprito anche le relazioni tra Ottawa e Pechino. Lady Huawei, figlia di Ren Zhenfei, il fondatore di Huawei, uno dei giganti mondiali delle telecomunicazioni, è accusata di frode bancaria e finanziaria per aver nascosto in una presentazione nel 2013 i rapporti d'affari della sua società con Teheran, rendendo possibili transazioni per centinaia di milioni di dollari in violazione delle sanzioni americane. Ma sin dal suo arresto lei e Pechino hanno sostenuto che l'inchiesta fa parte della più ampia offensiva dell'amministrazione Trump contro Huawei, messa al bando come strumento di spionaggio del partito comunista cinese. Un'offensiva promossa su scala globale cercando di convincere partner e alleati a non affidare alla compagnia di Pechino le reti 5G.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE