Italia

Turismo: l'Italia potrebbe chiudere i confini verso le Alpi

Esplicito il presidente della Regione Liguria: 'Per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria'. Si decide oggi.

Stagione sciistica, incognite (Keystone)
1 dicembre 2020
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Il più esplicito era stato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al termine della Conferenza delle Regioni: "Le Regioni si sono interrogate sulla possibile chiusura dei confini nazionali per evitare che il nostro pubblico vada a sciare in Svizzera, Slovenia o Austria", ha affermato. In attesa del confronto con il Governo sul nuovo Dpcm, nell'incontro di ieri le Regioni hanno inoltre valutato la possibilità di "riaprire gli impianti sciistici per i soli ospiti degli hotel e proprietari di seconde case, in modo da dare una parziale compensazione agli impianti di risalita e alle località sciistiche".

Col divieto di assembramento quale "principio cardine", il nuovo Dpcm potrebbe anche prevedere la chiusura dei confini sulle Alpi. E se qualche governatore spinge per timide riaperture, come quello della Valle d'Aosta che – nonostante la regione sia considerata 'zona rossa' – ha deciso di riaprire i negozi di prossimità, altri, come quello del Lazio, Nicola Zingaretti, considerano "diabolico" ripetere l'errore di questa estate, quando sentimento comune era quel "liberi tutti" diventato concausa della nuova, pesante, ondata della pandemia.

Nell'incertezza, al momento, è certo l'auspicio delle Regioni per il mezzo via libera agli impianti sciistici. Così come chiesto dalle regioni alpine, e poi anche dall'Abruzzo, le strutture potrebbero essere aperte per gli ospiti degli alberghi e per i possessori di seconde case. Da stabilire la data e le modalità per poter usufruire degli impianti di risalita. Cosa che, con ogni probabilità, sarà definita meglio nel vertice di oggi. Sembra ormai assodato il mantenimento del coprifuoco dalle 22 alle 6 anche per i giorni di festa.

Sempre oggi si terrà una riunione straordinaria della Cei, la conferenza episcopale, per fare il punto e programmare le funzioni religiose del Natale, anche tenendo conto dell'invito dell'Unione Europea a evitare assembramenti durante la tradizionale messa di mezzanotte della vigilia. Altro tema caldo è quello della scuola, la cui riapertura al 100% ci sarà solo dopo l'Epifania. Il prossimo Dpcm potrebbe contenere una misura, proposta proprio dal ministero dell'Istruzione, che affida ai prefetti il compito di coordinare, nei rispettivi territori, l'organizzazione del sistema del trasporto legato all'attività scolastica.

Dal Veneto, il presidente Luca Zaia invita il governo a chiarire "quali dovranno essere i principi fondanti" del nuovo provvedimento del premier Conte. "Se il principio fondante è che l'assembramento è un problema - dice -, allora non si possono chiudere i teatri, i cinema e le piste da sci. Perché a me non risulta che l'assembramento sia solo in questi contesti; anzi sono forse più governabili degli assembramenti volontari e liberi che si creano naturalmente". 

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