Estero

Morto Boynton, icona dei diritti che ispirò Freedom Riders

Avvocato e già procuratore, nel 1961 ispirò la storica protesta contro il segregazionismo sui mezzi di trasporto pubblici negli Usa

Bruce Boynton (Keystone)
27 novembre 2020
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Se ne va un'altra delle figure iconiche della lotta per i diritti civili in America, Bruce Boynton, che nel 1961 negli Stati del sud profondo e razzista dell'America ispirò la storica protesta dei Freedom Riders contro il segregazionismo sui mezzi di trasporto. Boynton è morto a 83 anni di cancro nella sua Selma, in Alabama. È stato avvocato per i diritti civili e il primo procuratore speciale afroamericano in Alabama.

A sua volta figlio di attivisti contro il razzismo e la segregazione, la sua storia ha una svolta nel 1958 quando, ancora studente, stava viaggiando su un bus. Durante la sosta in Virginia a una stazione di servizio il giovane Bruce entrando nel posto di ristoro si sedette nella 'white area' dopo aver visto che la sezione riservata agli afroramericani era sudicia e trascurata dai gestori. Dopo che gli era stato intimato di alzarsi, anche con offese di tipo razzista, Boynton rifiutò di spostarsi e all'arrivo della polizia fu arrestato e in seguito condannato.

Decise però di fare ricorso aiutato dall'avvocato Thurgood Marshall, divenuto poi il primo giudice afroamericano della Corte Suprema. Si arrivò così alla storica sentenza Boynton v. Virginia del 1960 che vietò la segregazione razziale nelle stazioni dei bus. Fu proprio per far rispettare questa sentenza che partì il movimento dei Freedon Riders, giovani attivisti che viaggiarono sui bus per tutti gli stati del sud per protestare contro chi ancora imponeva la segregazione.

La madre di Boynton, Amelia, fu tra le persone pestate a sangue dalla polizia durante la marcia di Selma nel 1965. Cinquant'anni dopo quel Bloody Sunday alla donna è stata conferita dal presidente Barack Obama una delle più alte onorificenze dello Stato.
 
 

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