Estero

Trump a un passo dall’addio, ma torna a fare campagna

Il presidente: me ne andrò, se i grandi elettori confermano la vittoria di Biden.

(Keystone)
27 novembre 2020
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Washington – L'addio di Donald Trump alla Casa Bianca si avvicina, e stavolta è proprio lui ad ammetterlo: se il 14 dicembre il collegio dei grandi elettori certificherà la vittoria di Joe Biden lui - ha assicurato rispondendo ai reporter - farà le valige e lascerà 1600 Pennsylvania Avenue.

La reggia di Mar-a-Lago, in Florida, è già pronta ad attenderlo, mentre ancora fervono i preparativi nei suoi appartamenti privati. E non è detto che The Donald partecipi all'Inauguration Day del 20 gennaio: "Conosco la risposta ma non voglio ancora dirlo", ha spiegato, evocando quello che potrebbe essere lo strappo finale rispetto alle regole e alle tradizioni.

Ammissione di sconfitta. Anzi, no

Le parole di Trump nel giorno della Festa del Ringraziamento, comunque, sono finora quelle che più si avvicinano ad una ammissione di sconfitta. Ma la concessione della vittoria nei confronti di Biden resta una chimera. Il presidente uscente chiarisce in tutti i modi che la battaglia è tutt'altro che finita. Anzi, ha intenzione di tornare in campagna elettorale già da sabato prossimo, rinnovando le sue accuse di brogli elettorali e di elezioni truccate.

L'occasione gliela dà la doppia sfida in Georgia, dove il 5 gennaio si svolgeranno i ballottaggi per il Senato, quelli che potrebbero consegnare l'intero Congresso nelle mani dei democratici. Se questi ultimi otterranno entrambe i seggi in palio arriverebbero a quota 50 senatori, come i repubblicani. E a quel punto determinante diverrebbe il voto del futuro presidente del Senato, poltrona che spetta al nuovo vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Uno scenario da incubo per i repubblicani, per i quali le elezioni del 2020 potrebbero trasformarsi in una delle più gravi disfatte della loro storia.

"Biden può entrare alla Casa Bianca come presidente solo se dimostra che i suoi ridicoli '80 milioni di voti' non sono stati ottenuti in modo fraudolento o illegale", ha però insistito Trump con un cinguettio. "Quando vedi quello che è accaduto a Detroit, Atlanta, Philadelphia e Milwaukee, una massiccia frode elettorale, è chiaro che Biden ha un grande problema irrisolvibile", ha aggiunto nell'ennesimo post 'censurato' da Twitter.

Se la prende con Twitter

E proprio contro Twitter si è ancora una volta scagliata l'ira di The Donald, e non solo con l'accusa di "silenziare la verità" e di "discriminare o bandire" le voci dei conservatori. Trump, che torna a chiedere a gran voce l'abolizione dell'immunità di cui godono i social per i post di terze persone, se la prende anche con i "falsi trend".

Come l'hastag #DiaperDon divenuto virale nelle ultime ore, quello in cui si fa riferimento a un Trump col 'pannolone'. Tutta colpa della sciagurata apparizione per il Thanksgiving seduto dietro a una insolita scrivania di dimensioni decisamente ridotte. Un tavolino che, anche rispetto alla imponente corporatura del presidente, somigliava davvero a un banchetto scolastico. Da qui l'ironia scatenatasi sui social, che hanno paragonato Trump a un ragazzino in castigo ed escluso dal "tavolo dei grandi". Oppure hanno descritto il minibanco come una scrivania giocattolo, regalo di Natale per il tycoon dopo il suo addio allo Studio Ovale.

Intanto, prima di tornare ad affilare le armi, Trump vola a Campo David per raggiungere i figli e le loro famiglie lì riuniti per il lungo weekend della Festa del Ringraziamento. Una foto li ritrae tutti insieme attorno a un falò. Per The Donald si tratta della prima volta che lascia Washington dopo le elezioni.

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