Russia

Un tè al veleno per Alexei Navalny

Il più noto oppositore di Putin in fin di vita

Navalny sarebbe stato avvelenato (foto Keystone)
20 agosto 2020
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Mosca - "Siamo pronti a fornire ad Alexei Navalny e alla sua famiglia tutta l'assistenza di cui possano aver bisogno in materia di salute, asilo e protezione". Nell'offerta di aiuto di Angela Merkel, citata dalla Dpa. Merkel ha chiesto a Mosca di chiarire quanto prima cosa sia su sembra esservi la lettura più accreditata del malore che ieri ha costretto al ricovero Alexei Navalny: avvelenamento. E, visti i precedenti, su un ordine del Cremlino, o quantomeno per compiacerlo.

Il più noto oppositore di Vladimir Putin si trova da ieri in coma in un ospedale siberiano. Avvelenato con una sostanza diluita in un tè, secondo il suo entourage, sorbito prima di salire a bordo di un aereo di linea che avrebbe dovuto riportarlo a Mosca e che l'ospedale Charité di Berlino si è detto pronto a prendere in cura Navalny, ma mancava il permesso delle autorità russe, e v'etano gravi problemi di trasferimento, legati allo stato del paziente. 

Iil portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha confermato che le autorità apriranno un'inchiesta se sarà confermato l'avvelenamento. La conferma di un avvelenamento del suo nemico pubblico numero uno costituirebbe comunque un problema per il Cremlino. Se si considera la lunga di scia di oppositori e dissidenti che hanno fatto (o rischiato di fare) una brutta fine nello stesso modo, come le ex spie Alexander Litvinenko e Sergei Skripal, vittime di polonio e gas nervino. E con loro il leader liberale Boris Nemtsov e della giornalista Anna Politkovskaya, entrambi strenui avversari di Putin. Molte coincidenze, forse troppe.

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