Svezia

'La Svezia ha fallito l'obiettivo dell'immunità di gregge'

Due ricercatori londinesi: 'Il paese aveva scelto di non applicare misure di lockdown, ma ora ha casi e morti ben superiori ai vicini'

Il discorso alla nazione del primo ministro svedese Stefan Lofven il 22 marzo 2020 (Keystone)
12 agosto 2020
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Il tentativo da parte della Svezia di raggiungere un'immunità di gregge attraverso una 'diffusione controllata' del coronavirus senza mettere in campo un lockdown è fallito, e ora il paese si trova ad avere più casi e più morti rispetto ai vicini senza aver raggiunto l'obiettivo. Lo scrivono in un editoriale sul Journal of the Royal Society of Medicine due ricercatori dell'University College di Londra.

Non il 40% ma solo il 15% infettato

Le previsioni del governo svedese, si legge nell'articolo, erano che a maggio fosse stato infettato, e quindi avesse gli anticorpi, il 40% della popolazione svedese, mentre secondo gli studi sierologici la percentuale è vicina al 15%. Inoltre la Svezia ha il triplo dei casi per milione di abitanti rispetto alla Danimarca, quattro volte più della Norvegia e cinque volte più della Finlandia. anche riguardo al numero dei morti Stoccolma ne ha registrati oltre 5mila, mentre gli altri paesi sono abbondantemente sotto ai mille. "È chiaro che non solo i tassi di contagio, ricoveri e mortalità sono molto più alti dei paesi confinanti - scrivono gli autori -, ma anche l'andamento dell'epidemia è differente, con infezioni e mortalità più alte rispetto ai periodi più critici visti in Danimarca, Finlandia e Norvegia".

Negli Usa invece...

Dove invece l'immunità di gregge potrebbe iniziare ad avere qualche effetto, scrivono alcuni esperti sulla rivista del Mit, è in alcuni stati degli Usa particolarmente colpiti, dove l'alto numero dei casi, e quindi degli immuni, potrebbe avere un ruolo nel rallentare l'epidemia. "Credo che le epidemie in corso in Arizona, Florida e Texas lasceranno abbastanza immunità da aiutare a tenere controllato il Covid-19 - afferma ad esempio Trevor Bedford dell'università di Washington -. Tuttavia questi livelli non sono compatibili con un pieno ritorno alla normalità e ai comportamenti di prima della pandemia".

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