Estero

La National Rifle Association nel mirino della giustizia

La procuratrice generale di New York accusa la potente lobby delle armi di gravi reati finanziari. Il consiglio di Trump: trasferitevi in Texas.

(Keystone)
6 agosto 2020
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Washington – Guai in vista per la potente lobby delle armi in America, che oltre alla bancarotta ora rischia anche di dissolversi. A chiedere il clamoroso scioglimento della National Rifle Association (Nra), grande sostenitrice di Donald Trump, è lo stato di New York, che accusa la leadership dell'associazione di essersi macchiata di gravi reati finanziari, avendo in particolare usato le risorse comuni per scopi personali. Almeno 64 milioni di dollari volatilizzatisi in soli tre anni, impiegati dai responsabili per arricchire se stessi, i familiari, gli amici, gli alleati politici, in violazione delle leggi federali e statali. Insomma, una maxifrode.

Causa civile

Un bruttissimo colpo per un'organizzazione che ha 148 anni di storia alle spalle e oltre 5 milioni di soci, baluardo intransigente di quel secondo emendamento della costituzione statunitense che protegge il diritto di ogni americano a possedere un'arma da fuoco. Un baluardo che si è rafforzato con l'arrivo alla Casa Bianca di Trump, a cui la Nra ha dato l'endorsement sia nel 2016 sia per le elezioni del 2020.

Ma questo potrebbe non bastare per evitare le conseguenze di anni e anni di mala gestione. Quella venuta a galla da mesi di indagini partite nel febbraio del 2019 e arrivate a quella che per ora è una causa civile (ma non si esclude in futuro anche un'azione penale) presentata dalla procuratrice generale di New York, Letitia James, alla Corte suprema dello stato a Manhattan.

Il presidente suggerisce la scappatoia

Immediata la reazione del presidente Trump, venuto subito in soccorso dei suoi alleati con un consiglio: "Trasferitevi in Texas, sarebbe un grande stato per l'organizzazione". La Nra infatti ha il suo quartier generale a Fairfax, Virginia, ad una trentina di chilometri dalla capitale Washington, ma è registrata come non profit a New York, dove conduce gran parte delle sue transazioni finanziarie.

I capi di accusa riguardano non solo l'associazione nel suo complesso ma quattro dei suoi leader e manager, compreso quel Wayne LaPierre grande amico del tycoon che ha guidato la Nra per tantissimi anni e ora vicepresidente esecutivo. Illustrando il caso la procuratrice Letitia James, invisa al presidente americano per aver indagato anche sulla Fondazione Trump, ha spiegato come anni di corruzione e di sperperi hanno irreparabilmente minato le capacità della Nra di essere un'associazione no profit. Anche se ci potrebbero volere anni di battaglie legali prima che si possa arrivare a un clamoroso scioglimento.

Intanto il presidente americano ritwitta alcuni post in cui ci si chiede se sia possibile indagare sulla Nra e non sulla Fondazione Clinton che accusa di scandali ben peggiori.

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