Estero

Beni confiscati e 3 anni senza tifo per capo ultrà Milan

Per il 38enne detto 'Toro', famoso per una foto con Salvini, il divieto di avvicinarsi a qualsiasi stadio in Italia e la confisca per oltre un milione di euro

La curva sud del 'Toro' (foto: Wikipedia)
21 luglio 2020
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Non potrà più seguire il 'suo' Milan né nessuna altra squadra in nessuno stadio di Italia, Luca Lucci, capo della Curva Sud rossonera coinvolto in numerose inchieste negli ultimi anni che vanno dal traffico di stupefacenti ai reati contro la persona, e piombato al centro di numerose polemiche dopo le foto che lo ritraevano, nel 2018, insieme all'allora vicepremier Matteo Salvini alla festa del 50esimo anniversario della tifoseria milanista.

I giudici di Milano hanno infatti disposto per il 38enne detto "il Toro" il divieto di avvicinarsi a qualsiasi stadio in Italia e la confisca di beni per oltre 1 milione e 200 mila euro, già sequestrati nel giugno 2019. Nelle 94 pagine del provvedimento i giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano, presieduta da Fabio Roia, descrivono Lucci come "socialmente pericoloso" e per questo non solo dovrà "mantenersi ad almeno 3 chilometri di distanza" dagli stadi di tutta Italia ma ha anche l'obbligo di dimora dalle 22 alle 7.

Lucci dovrà rimanere fuori dai comuni di Milano e Sesto San Giovanni, cittadina a Nord del capoluogo lombardo in cui il leader dei rossoneri gestiva i suoi affari illeciti, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, direttamente nello storico covo di ritrovo dei tifosi, il Clan 1899. Un locale che, secondo i giudici Roia-Tallarida-Pontani, era una "base operativa per riunioni" sul traffico di droga.

Tra i beni confiscati a Lucci, anche una villetta a due piani con piscina in costruzione e garage a Scanzorosciate (Bergamo), 10 orologi Rolex dal valore di 200mila euro, tre conti correnti e un'Audi Q5 per un totale di 1 milione e 200mila euro. Un tenore di vita e una quantità di beni e di denaro "sproporzionati", secondo gli inquirenti, e ben al di sopra di quanto ufficialmente dichiarato dal capo ultras, formalmente di professione elettricista, che conduceva invece una vita da "sceicco arabo", arrivando a spendere in un anno 49mila euro tra alberghi e viaggi di lusso, auto a noleggio, abiti e gioielli di marca.

In Lombardia, si tratta della prima applicazione della confisca antimafia nei confronti di un esponente ultras legato al mondo del calcio con legami con la criminalità organizzata.

"La sorveglianza speciale di tre anni è un risultato importante - ha commentato il capo della Divisione Anticrimine di Milano, Alessandra Simone - e ora i beni torneranno allo Stato. Abbiamo dimostrato che il tenore vita di Lucci era assolutamente sproporzionato" e che la sua "enorme quantità di denaro era frutto di traffici illeciti".

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