Estero

L'America latina è il nuovo epicentro della pandemia

Centinaia di bare accatastate in attesa di una qualche sepoltura di fortuna nei cimiteri di Brasile ed Ecuador, anche in Cile e Perù aumentano i contagi

Il dolore in Ecuador (keystone)
27 maggio 2020
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Le dolorose immagini di questi giorni di centinaia di bare accatastate in attesa di una qualche sepoltura di fortuna nei cimiteri di San Paolo, in Brasile, o di Guayaquil, in Ecuador, sono state premonitrici. Da tempo ipotizzato, infatti, il picco della pandemia da coronavirus ha ufficialmente investito secondo l'Organizzazione panamericana della sanità (Paho) l'America latina, dove le più recenti statistiche indicano che i contagiati dal Covid-19 sono ormai più di 800'000, ed i morti oltre 43'300. C'è da rilevare comunque che, ad essere in emergenza, sono le Americhe nel loro insieme, visto che gli Stati Uniti hanno accumulato 1,6 milioni di contagi e oltre 99'000 morti, mentre il Canada ha registrato 88'000 infettati e 6'750 morti.

I casi salgono anche in Cile e Perù 

Ma, ha chiarito martedì la direttrice della Paho, Carissa Etienne, "la preoccupazione è grande per l'America latina", perché "essa ha superato ormai nel computo giornaliero dei contagi da Covid-19 l'Europa e gli stessi Stati Uniti".

Oltre alla dinamicità della trasmissione del virus in Messico, quarto paese latinoamericano per contagi (74'560) e secondo per decessi (8'134), la Etienne ha sottolineato che "in America meridionale siamo particolarmente preoccupati per i casi confermati la scorsa settimana in Brasile, che sono stati i più alti al mondo, sulla base di un periodo di sette giorni, da quando l'epidemia si è manifestata".

E la responsabile dominicana non si è fermata qui, aggiungendo che "sia Cile, sia Perù stanno rilevando un'alta incidenza di casi di coronavirus, un segnale che il contagio si sta accelerando anche in questi due paesi".

Ospedali al collasso prima del picco 

A preoccupare la Paho e i governi del subcontinente c'è il fatto che le strutture sanitarie esistenti non sono state pensate per pandemie come l'attuale per cui, già prima dell'arrivo del picco, molti ospedali e centri medici sono giunti al punto di collasso, soprattutto per rianimazione e respirazione assistita.

Per questo, pensando a paesi con politiche di contrasto della pandemia non del tutto ortodosse (ad esempio Brasile e Nicaragua), la Etienne ha sottolineato che "per molte nazioni delle Americhe non è questo il momento di flessibilizzare le restrizioni o di ridimensionare le strategie preventive".

Certo, che dopo oltre 70 giorni di quarantene e isolamento sociale che hanno bloccato le popolazioni in casa e paralizzato l'economia formale e informale, il malessere sta serpeggiando sempre più chiaramente, come dimostrano gli incidenti fra manifestanti e forze dell'ordine avvenuti nelle ultime ore in Cile ed Ecuador.

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