Estero

Cina nel mirino di mezzo mondo per la gestione del coronavirus

Intanto negli Stati Uniti un documento della Sicurezza nazionale punta il dito: 'Perchino ha tenuto nascosta la gravità della situazione per fare scorte'

Xi Jinping (Keystone)
4 maggio 2020
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La Cina è nel mirino del mondo per la sua "iniziale cattiva gestione" del coronavirus che ne ha favorito la diffusione. "L'Australia chiede un'inchiesta sull'origine del virus. La Germania e la Gran Bretagna esitano sull'invitare nei loro Paesi il gigante Huawei. Il presidente Donald Trump scarica la colpa sulla Cina per il contagio e punta a punirla. Molti governi vogliono fare causa a Pechino e chiedere danni".

Lo afferma il New York Times, mettendo in evidenza come si sia aperta una battaglia che sembra ridimensionare e infliggere un colpo alle ambizioni cinesi di riempire il vuoto di leadership a livello globale lasciato dagli Stati Uniti.

'Tenuto segreta la gravità del virus per fare scorte'

Tanto più che questa mattina dagli Stati Uniti sono trapelante nove accuse all'indirizzo di Pechino. In particolare quella di aver tenuta nascosta la gravità del coronavirus per accumulare le scorte di forniture e apparecchiature mediche necessarie. Lo si afferma in un documento del Dipartimento della Sicurezza nazionale datato 1 maggio e riportato dall'Associated Press (Ap) sul proprio sito.

I leader cinesi hanno "deliberatamente nascosto la gravità" del coronavirus al resto del mondo agli inizi di gennaio, si legge. Mentre minimizzava il virus, la Cina aumentava le importazioni e riduceva le esportazioni di forniture mediche. Nel documento la Cina è accusata anche di non aver informato l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sul fatto che il virus fosse "contagioso" per gran parte del mese di gennaio.

Crescente diffidenza contro Pechino

Stando al New York Times la Cina avrebbe risposto alle accuse in modo aggressivo, unendo agli "aiuti una retorica nazionalista e mescolando richieste di gratitudine con minacce economiche. Il risultato ha solo alimentato il contraccolpo e la crescente diffidenza della Cina in Europa e in Africa, mettendo a rischio il desiderio di Pechino di essere vista come un generoso attore sulla scena globale".

 

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