Estero

L'Australia impone a Google e Facebook di pagare per le notizie piratate

Il governo di Canberra vuole tutelare la proprietà intellettuale delle informazioni prodotte dai media

20 aprile 2020
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I colossi It Google e Facebook saranno obbligati a pagare i media organi australiani per il contenuto di notizie "rubato" e postato nei propri siti, dopo la decisione del governo di Canberra di imporre un codice di condotta obbligatorio sulle piattaforme digitali.

Il ministro del Tesoro Josh Frydenberg ha annunciato che sarà imposto un codice obbligatorio ai colossi It, dopo aver perso fiducia in un accordo negoziato con le compagnie dei media, che dovrebbe formulare un codice volontario entro novembre.

Quello australiano diventerà così il primo governo a imporre un regime legale, che include penalità finanziarie attorno al comportamento delle piattaforme digitali che usano spazio non regolato per cannibalizzare e per profittare di contenuti prodotti dai media di news. Il codice obbligatorio correggerebbe lo squilibrio e costringerebbe le compagnie a pagare per i contenuti che utilizzano, a condividere i dati sui propri consumatori e ad essere soggetti a regole sulla gerarchia di notizie pubblicate sulle piattaforme.

La decisione di accelerare è seguita all'opinione dell'ente di vigilanza Australian Competition and Consumer Commission (Accc). Il collasso del mercato pubblicitario legato alla pandemia da coronavirus ha aggravato l'urgenza di un problema che già minacciava il futuro del giornalismo australiano. Secondo il ministro, la questione fondamentale è che le compagnie dei media che producono i contenuti, solo per vederli replicati e offerti gratis su piattaforme digitali, meritano di essere pagate adeguatamente.

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