Usa

Usa, silurato per aver denunciato carenze nella lotta al Covid

Dopo le minacce ai medici di non parlare con i media, pena il licenziamento, ora è toccato al comandante della nave statunitense Uss Theodore Roosevelt

All'interno della Uss Theordore Roosvelt, era nel 2003 (Keystone)
3 aprile 2020
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Chi rivela pubblicamente le carenze nell'emergenza coronavirus negli Stati Uniti paga, anche col licenziamento. Dopo medici e infermieri, minacciati dai top manager degli ospedali di licenziamento se parlano con i media, l'ultima vittima è il capitano Brett Crozier, comandante della Uss Theodore Roosevelt, una portaerei impiegata dalla guerra del Golfo al conflitto in Afghanistan.

Lettera di denuncia

Il segretario della Marina militare Thomas Modly lo ha silurato accusandolo di aver fatto trapelare alla stampa un'imbarazzante lettera in cui rimproverava al Pentagono di non fare abbastanza per salvare i membri dell'equipaggio dopo che 114 di loro erano risultati positivi al Covid-19.

"Non siamo in guerra. Non è necessario che i marinai muoiano. Se non agiamo ora, non riusciremo a prenderci cura adeguatamente dei nostri asset più fidati, i nostri marinai", aveva scritto qualche giorno fa, ammonendo i vertici militari che la diffusione dell'epidemia a bordo stava accelerando perché il personale viveva in spazi ristretti.

Il capitano aveva quindi chiesto una "azione decisa", suggerendo di trasferire il personale dalla nave e di isolarlo. La missiva era finita sul San Francisco Chronicle, rimbalzando poi sui media americani.

Imbarazzo e rabbia della Marina

Il Pentagono si era irritato e ieri Modly gli ha dato il benservito, sostenendo che il comandante "ha esercitato un cattivo giudizio". "La lettera ha creato l'impressione che la Marina non stesse rispondendo alle sue richieste, che la Marina non fosse al lavoro, che il governo non fosse al lavoro, ma questo non è vero", ha spiegato in una conferenza stampa.

Ora gli oltre 4'000 marinai non contagiati sono stati messi in quarantena a Guam dopo che il governatore dell'isola americana nel Pacifico ha autorizzato la loro permanenza vietando l'interazione con la popolazione locale. Al momento il personale della portaerei è confinato nel molo della base navale.

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