Estero

Accordo di pace per l'Afghanistan, gli Usa chiedono l'avallo dell'Onu

Obiettivo numero uno: il cessate il fuoco completo e duraturo. Un contingente di 12mila militari statunitensi lascerà il paese mediorientale entro 14 mesi

Zalmay Khalilzad e Mullah Abdul Ghani Baradar, durante l'incontro del 29 febbraio ©Keystone
10 marzo 2020
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Gli Stati Uniti hanno chiesto un voto stasera del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per approvare tramite risoluzione l'accordo di pace concluso con i talebani il 29 febbraio, che comprende il ritiro militare americano dall'Afghanistan.

Lo si apprende da fonti diplomatiche, che fanno notare come la mossa Usa di chiedere all'Onu di avallare il loro accordo coi talebani sia piuttosto singolare per un patto tra un Paese straniero e un gruppo di guerriglia.

La bozza di risoluzione, di cui l'agenzia Afp ha visionato una copia, "chiede con urgenza al governo della Repubblica islamica dell'Afghanistan di portare avanti il processo di pace, anche partecipando a negoziati inter-afghani con una squadra di negoziatori diversificata e inclusiva, composta da leader politici e della società civile afghana, che includa donne".

I negoziati fra governo e talebani in agenda oggi

I negoziati inter-afghani, soprattutto fra governo afghano e talebani, dovrebbero iniziare oggi, secondo quanto concordato fra Usa e talebani, e avranno come primo obiettivo quello di assicurare un cessate il fuoco completo e duraturo e, in prospettiva, di una condivisione del potere.

Il ritiro di 12mila militari statunitensi

L'accordo firmato il 29 febbraio fra Stati Uniti e talebani dopo lunghi negoziati in Qatar, prevede fra l'altro il ritiro dei circa 12'000 militari americani stazionati in Afghanistan in un arco di tempo di 14 mesi, con una riduzione a circa 8'600 nei primi 135 giorni, anche se resterà un contingente per combattere i gruppi terroristici. I talebani però dovranno rispettare i patti: rompere con tutte le organizzazioni terroristiche, a partire da Al Qaida, oltre ad avviare da oggi i negoziati con il governo di Kabul, finora escluso da ogni trattativa.

Una situazione governativa grave

Governo che è al momento in preda a una crisi istituzionale grave, con un presidente ufficialmente eletto, Ashraf Ghani, riconfermato dal voto per un secondo mandato, e un presidente autoproclamato, l'ex vicepresidente Abdullah Abdullah, che ritiene di aver vinto lui le elezioni. I due ieri si sono insediati "parallelamente" in due cerimonie separate in due ali del palazzo presidenziale a Kabul.

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