Estero

Erdogan Bruxelles con i migranti nella fondina

Il presidente turco incontra i vertici dell'Ue e della Nato per ottenere l'appoggio all'intervento in Siria

9 marzo 2020
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Bruxelles - "Riavviare il dialogo". Dopo dieci giorni di caos alla frontiera tra Turchia e Grecia, scatenato dalla decisione di Ankara di"aprire le porte ai migranti, non potevano aspettarsi di più i dirigenti dell'Unione europea, che ieri hanno ricevuto Recep Tayyip Erdogan. A Bruxelles il leader turco ha incontrato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo Charles Michel, che la scorsa settimana si erano già recati sulle due sponde del confine al centro dello scontro per rassicurare Atene e cercare una via d'uscita con Ankara.

La richiesta/ricatto che Erdogan presenta ai 27 è chiara: rinegoziare l'accordo sui migranti siglato quattro anni fa. Ankara non vuole più solo un'accelerazione nel trasferimento dei sei miliardi di euro di aiuti per l'accoglienza dei più di tre milioni e mezzo di rifugiati siriani in Turchia, ma altri soldi. E soprattutto il sostegno europeo al suo piano per creare una zona cuscinetto nel nord della Siria in cui riportare almeno un parte dei profughi. In sostanza un avallo all'occupazione.

"Ci aspettiamo che i nostri alleati mostrino solidarietà nei confronti della Turchia senza discriminazioni o condizioni politiche ed è importante che questo sostegno arrivi senza ulteriori ritardi", ha affermato Erdogan nella conferenza stampa con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. "La Turchia è un alleato importante e valido che contribuisce alla nostra condivisa sicurezza in molti modi", ha detto a sua volta Stoltenberg. Parole vane. Come quelle, appena più eloquenti, di Michel: "Abbiamo opinioni diverse su diversi temi ed è per questo che è importante avere un dialogo aperto e franco, per vedere se è possibile superare i diversi problemi. Per noi - ha aggiunto - è importante attuare l'accordo Ue-Turchia sui migranti", sottolineando che il confronto riguarda anche la "sicurezza" e la "situazione regionale, in particolare la Siria".

La distanza da colmare non è poca. Mentre al confine la situazione resta tesa, con migliaia di persone accalcate. La Turchia continua a lanciare accuse di violenze sui migranti alla polizia greca. Il flusso di persone verso la frontiera sembra però essere stato arrestato dalle stesse autorità turche. Nel fine settimane, Erdogan ha anche chiesto ai guardacoste di evitare nuove partenze verso le isole greche dell'Egeo, dopo 1.700 sbarchi in una settimana. Pronto a riaprire i porti se con l'Europa non dovesse andare bene.

 

 

 

 

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