Estero

Dodici anni di reclusione per 'Lady Dentiera"

La donna è stata riconosciuta colpevole di aver pagato mazzette per ottenere la gestione di numerose cliniche

Ti-Press
16 gennaio 2020
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Dodici anni di reclusione (17 mesi in più di quelli chiesti dall'accusa) la condanna inflitta a Maria Paola Canegrati,  nota alle cronache, anche ticinesi, dal 2016, all'epoca degli arresti (una ventina), nell'ambito dell'inchiesta ''Smile'', che aveva alzato il velo su un sistema corruttivo nell'ambito dei servizi odontoiatrici in Lombardia.

La donna all'epoca dei fatti a capo di un gruppo con oltre 2mila dipendenti, con residenza a Bellinzona e interessi anche a Chiasso e nel Canton San Gallo, dove era titolare di due cliniche, è stata condannato assieme ad altri tre imputati per associazione per delinquere, corruzione e turbativa d'asta.

L'imprenditrice monzese è stata dichiarata interdetta in perpetuo dai pubblici uffici, interdetta per 5 anni a contrattare con la pubblica amministrazione e le sono stati confiscati a scopo conservativo 300 mila euro già sottoposti a sequestro preventivo. I giudici del Tribunale di Monza hanno condannato altri tre imputati.

Un'azienda ticinese fuori dalla 'cricca' 

Soltanto Regione Lombardia è stata riconosciuta dai giudici come parte civile che avrà diritto a un risarcimento dei danni, ma senza provvisionale esecutiva (la richiesta era di 2 milioni di euro). ''Lady dentiera'' o ''lady sorriso'', come è stata soprannominata, è stata riconosciuta responsabile di aver pagato mazzette per ottenere le gestione di numerose cliniche odontoiatriche negli ospedali di mezza Lombardia.

La donna, in carcere dal giorno dell'arresto, aveva creato una ''cricca'' a cui non stava bene che un'azienda ticinese avesse partecipato alla gara per la gestione dei servizi dell'Isi (Istituto stomatologico italiano), una gigantesca struttura ospedaliera di Milano, in grado di garantire grossi guadagni. Con la complicità dell'allora presidente della commissione sanità della Lombardia, un medico varesino, esponente della Lega, collaboratore di una clinica di Lugano, l'azienda ticinese era stata esclusa dalla gara.

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