Le manifestazioni sono iniziate lo scorso 1° ottobre e finora sono costate la vita di 330 persone, soprattutto fra i contestatori
Oggi, in diverse città irachene è stato ancora un giorno di proteste contro il governo. Migliaia le persone che hanno manifestato il proprio dissenso sia nella capitale Baghdad, sia anche a Kut, Najaf, Diwanija, Nassirija e Bassora.
L'attuale ondata di proteste, iniziata lo scorso 1° ottobre, ha fatto più di 330 vittime, soprattutto fra i manifestanti.
"Continuiamo il nostro movimento di sciopero generale finché non costringiamo il governo a dimettersi", ha detto il partecipante Hassan al-Tufan, a Bassora.
Dal canto loro, le forze di sicurezza hanno impedito l'accesso all'ambasciata iraniana a Baghdad.
Nonostante l'uso della forza da parte della sicurezza, i manifestanti continuano a scendere in piazza per ribadire il loro dissenso contro il governo: protestano contro le élite politiche, accusandole di corruzione e cattiva gestione.
Manfestanti che non chiedono solo le dimissioni del governo e del primo ministro Abdel Adel Mahdi, ma un cambiamento radicale che vede l'intera élite uscire di scena, giungendo quindi a una riforma del sistema politico.