Estero

'Golpe' denuncia Evo Morales. Caos istituzionale in Bolivia

Tecnicamente, senza la votazione del Parlamento di accettazione o rigetto della sua lettera di dimissioni, Morales rimane capo dello Stato a tutti gli effetti

Morales si è rifugiato nella regione del Cochabamba (Keystone)
11 novembre 2019
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E' caos in Bolivia dopo le dimissioni d'ieri del presidente Evo Morales, del suo vice Alvaro Garcia Linera, dei presidenti di Senato e Camera, ed anche del primo vicepresidente del Senato.

In base alla Costituzione boliviana, la lettera di rinuncia di Morales deve essere accettata o respinta dal plenum del Parlamento, in una riunione che avrebbe dovuto essere convocata dal vicepresidente Garcia Linera, pure lui dimissionario.

In mancanza di una indicazione esplicita costituzionale e di fronte alle dimissioni di tutte le massime cariche dello Stato appartenenti al governativo Movimento al socialismo (Mas), la responsabilità di assumere transitoriamente la presidenza della Repubblica ricadrebbe ora, secondo i giuristi, sulla seconda vicepresidente del Senato, Jeanine Anez di Unidad democratica (Ud), che ha indicato ai media di essere disponibile e di voler raggiungere La Paz oggi in giornata.

La Costituzione prevede che nella riunione del Parlamento dovranno essere immediatamente eletti i nuovi presidenti di Senato e Camera, e poi convocate nuove elezioni entro 90 giorni.

Una ulteriore complicazione viene poi dal non trascurabile fatto che il Mas ha la maggioranza di due terzi in entrambe le Camere (25 dei 36 senatori e 88 dei 130 deputati) e che quindi senza la presenza dei suoi parlamentari non sarà possibile ottenere il quorum per aprire una sessione.

Tecnicamente, senza la votazione del Parlamento di accettazione o rigetto della sua lettera di dimissioni, Morales rimane capo dello Stato a tutti gli effetti.

Morales su twitter: 'Stanno distruggendo lo Stato di diritto'

Evo Morales, che ha trovato rifugio nella zona del Cochabamba, ha attaccto via twitter Luis Fernando Camacho, leader del movimento dei comitati civici che ha portato alle sue dimissioni da presidente, e Carlos Mesa, già ex capo di Stato del Paese.

Sono, ha scritto, "due cospiratori" e "passeranno alla storia come razzisti e golpisti". "Il mondo e i patrioti boliviani - ha aggiunto - ripudiano il colpo di stato. Stanno distruggendo lo Stato di diritto".

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