Estero

Libano, sesto giorno di proteste di piazza

Contro il carovita e la corruzione, e 'fino alla caduta del sistema' politico-confessionale e clientelare.

Beirut si mobilita (Keystone)
22 ottobre 2019
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Per il sesto giorno consecutivo, manifestanti libanesi rimangono nelle piazze di tutte le città del paese per protestare contro il carovita e la corruzione, ribadendo la volontà di proseguire le manifestazioni "fino alla caduta del sistema" politico-confessionale e clientelare. In tutto il paese anche oggi è stato proclamato "giorno di sciopero generale". Le scuole, le università, le banche e diverse istituzioni pubbliche rimangono chiuse.

Secondo fonti giornalistiche libanesi, nelle proteste di ieri sono scese in strada più di un milione di persone. Ma queste cifre non sono confermate dalle autorità. Dopo l'annuncio del governo, ieri pomeriggio, di avviare "riforme senza precedenti", centinaia di migliaia di persone a Beirut e nelle altre città e località del paese sono rimaste in piazza. E stamani, sin dalle prime ore del giorno, le stesse piazze e strade sono tornate gradualmente a riempirsi. Gruppi di attivisti si occupano di ripulire le strade e i luoghi dei sit-in dai rifiuti.

Ieri sera, gruppi di centinaia di giovani a bordo di scooter e con le insegne dei due partiti sciiti - Amal e Hezbollah, presenti nel governo - hanno tentato di raggiungere a Beirut il luogo della protesta in piazza dei martiri ma sono stati bloccati da militari dell'esercito. Sia Hezbollah che Amal hanno smentito ogni legame con questi giovani, ma video apparsi su Internet mostrano esponenti di Amal salutare alcuni di questi giovani alla periferia di Beirut.

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