Estero

L'Iran agli Usa: 'Se ci attaccate, sarà guerra totale'

il ministro degli Esteri Zarif assicura: Teheran non vuole conflitti, ma se costretta i suoi nemici dovranno combattere "fino all'ultimo soldato".

19 settembre 2019
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"Se gli Stati Uniti o l'Arabia Saudita attaccheranno l'Iran, sarà una "guerra totale". Rivolgendosi direttamente agli americani in un'intervista alla Cnn, il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif assicura che Teheran non vuole un conflitto, ma se vi sarà costretta i suoi nemici dovranno combattere "fino all'ultimo soldato". Un'escalation militare coinvolgerebbe in modo drammatico l'intera regione, avverte il capo della diplomazia iraniana, dopo che il presidente Donald Trump aveva parlato di "molte opzioni" ed evocato "anche l'ultima opzione", quella militare.

"Nella mia intervista alla Cnn, ho enfatizzato che non può esistere una cosa come un 'raid limitato'. L'Iran non vuole la guerra, ma non esiteremo a difenderci", spiega ancora Zarif, via Twitter tornando a negare ogni responsabilità della Repubblica islamica negli attacchi alle raffinerie saudite, rivendicati dagli insorti yemeniti filo-iraniani Houthi.

"Per il loro bene - ha aggiunto - devono pregare di non ottenere ciò che vogliono. Stanno ancora pagando per una guerra molto più piccola in Yemen che 4 anni fa sono stati troppo arroganti per concludere". E in caso di conflitto, ha confermato il comandante in capo dei Pasdaran, il maggiore generale Hossein Salami, il Paese non si farebbe trovare impreparato. Ma dopo le parole incendiarie di ieri, quando da Riad aveva definito "un atto di guerra" dell'Iran gli attacchi agli impianti di Saudi Aramco, il segretario di Stato americano Mike Pompeo frena.

Gli Usa privilegiano una "soluzione pacifica", ha assicurato a margine del suo incontro ad Abu Dhabi con un altro pezzo da novanta del fronte anti-Teheran, il principe ereditario emiratino Mohammad bin Zayed. "Siamo qui per costruire una coalizione destinata ad arrivare alla pace e a una soluzione pacifica", ha spiegato Pompeo, incassando comunque l'adesione degli Emirati Arabi Uniti - dopo quelle di Arabia Saudita, Bahrein, Australia e Regno Unito - al progetto di una missione per proteggere la navigazione nel Golfo Persico, lanciato dopo i sabotaggi e i sequestri di navi attribuiti a Teheran.

La Casa Bianca punterebbe alla creazione di "una coalizione che sviluppi un piano per esercitare una deterrenza" nei confronti di Teheran, anche in vista dell'Assemblea generale dell'Onu la prossima settimana. Ma la possibilità di un ritorno ai negoziati con gli Stati Uniti, ha ribadito ancora Zarif, è esclusa se Washington non toglierà le sanzioni economiche. Intanto si sblocca lo scontro sulla presenza al Palazzo di Vetro della delegazione iraniana. I visti al presidente Hassan Rohani e a Zarif sono infine arrivati, in serata, e il ministro degli esteri ha fatto sapere che partirà domani per New York. "Esiste un accordo con il Paese ospitante. Quando si ha un vertice internazionale - aveva frattanto ricordato oggi l'Onu - ogni membro deve poter partecipare e ha il diritto di partecipare".

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