Estero

Iniziati i raid anti-immigrati: Trump attacca le progressiste

'Tornino nei posti infestati dal crimine da cui sono venute' twitta il presidente, con un 'velato' riferimento, ma senza fare nomi. Nove le città al setaccio.

Alexandria Ocasio-Cortez (Keystone)
14 luglio 2019
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I raid contro gli immigrati entrati irregolarmente negli Stati Uniti sono scattati. Nel mirino degli uomini dell'Ice, l'agenzia governativa per il contrasto all'immigrazione clandestina, ci sarebbero 2mila immigrati ma non si esclude che le operazioni siano di scala molto più ampia. Nessun commento ufficiale da parte delle autorità sui raid che riguardano nove città: da Atlanta a Baltimora, passando per Chicago, Denver, Houston, Los Angeles, Miami, New York e San Francisco. New Orleans, inizialmente nella lista, è risparmiata a causa della tempesta tropicale Barry.

Nelle metropoli interessate la tensione è altissima: i sindaci illustrano agli immigrati sui social media e con cartelli affissi in strada i loro diritti e assicurano di essere pronti a intervenire a loro sostegno contro i raid voluti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A New York diverse manifestazioni sono in corso per protestare contro i raid e sostenere gli immigrati. "L'Ice va abolito" è uno degli striscioni agitati durante una manifestazione nel Queens, area di New York dove vive una forte comunità di immigrati.

Il presidente americano intanto scatena un nuovo putiferio con una serie di tweet proprio sull'immigrazione, bollati da più parti come razzista. "Prima di criticare le politiche portate avanti negli Usa tornino nei posti corrotti e infestati dal crimine da cui sono venute" cinguetta Trump scagliandosi, senza mai nominarle, contro il gruppo di parlamentari progressiste e appartenenti alle minoranze razziali guidate da Alexandria Ocasio-Cortez. Un gruppo di cui fanno parte anche le deputate musulmane Ilhan Omar e Rashida Tlaib e l'afroamericana Ayanna Pressley. Per il tycoon le combattive deputate, sempre più influenti nel partito democratico e in polemica con la speaker della Camera Nancy Pelosi, dovrebbero tornare indietro e aiutare a sistemare le cose nei Paesi di origine "i cui governi sono una totale catastrofe, il peggio che esiste al mondo", invece di criticare "la più grande e potente nazione sulla terra".

Immediata la replica delle interessate, inclusa Pelosi. "Respingo i commenti xenofobi" di Trump: "invece che attaccare membri della Camera il presidente dovrebbe lavorare con noi per politiche dell'immigrazione che riflettano i valori americani" twitta Pelosi. "Mr. President noi ci battiamo per proteggere il paese dal peggiore, più corrotto e inetto presidente che si sia mai visto" le fa eco Omar. Trump "è arrabbiato perché non accetta un paese che possa includere anche noi, non accetta che l'America ci ha eletto e che non abbiamo paura di lui" aggiunge Ocasio-Cortez.

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