Estero

L'Australia accoglie la morte assistita, ma a certe condizioni

Lo Stato di Victoria vota per la legge che consente di mettere fine alla vita in caso di malattie gravi, ma con le norme più “conservative al mondo”

17 giugno 2019
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Entra in vigore mercoledì, nello Stato australiano di Victoria (capitale Melbourne), la legge che permette la morte assistita a chi soffre di una malattia terminale. I pazienti potranno chiedere al medico farmaci letali per mettere fine alla propria vita.

La promulgazione fa seguito a un voto di coscienza e a un dibattito maratona durato oltre 100 ore in parlamento, un anno e mezzo dopo la sua presentazione.
La morte assistita sarà disponibile solo agli adulti di almeno 18 anni, cittadini australiani o residenti permanenti, con capacità di intendere e di volere, che soffrano di una malattia o condizione medica incurabile, avanzata e progressiva. Deve essere diagnosticato che muoiano entro sei mesi, o entro un anno per chi soffre di condizioni neurovegetative. È necessario che la persona abbia vissuto in Victoria almeno 12 mesi. I farmaci devono essere auto-somministrati.

È inoltre prescritto che il paziente abbia fatto richiesta di morte assistita al proprio medico in tre occasioni separate, una delle quali per iscritto. E due medici devono stabilire che siano presenti i requisiti legali dello schema. L'intera procedura non può richiedere meno di 10 giorni, a meno che non si preveda che la persona venga meno prima.
Il premier laburista del Victoria, Daniel Andrews, ha descritto lo schema come "il più conservativo al mondo", che ha già ricevuto circa 100 richieste di informazione. "È stato un lungo percorso per tanti che hanno invocato scelte più dignitose e compassionevoli per mettere fine alla vita di una persona", ha aggiunto. Ha sottolineato che la normativa contiene 68 clausole di salvaguardia, osservando che alcuni sostenitori della morte assistita considerano lo schema come troppo difficile per accedervi.

In preparazione delle nuove norme, circa 100 medici, tra generici, specialisti in oncologia e in cure palliative, hanno avviato corsi obbligatori di formazione per facilitare lo schema. Una task force di implementazione è già impegnata nella preparazione dei servizi sanitari, ospedalieri e medici per implementare le procedure.

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