Venezuela

Blackout, per Maduro è un 'sabotaggio'

Il presidente si scaglia contro le 'talpe' infiltrate all'interno dell'ente elettrico nazionale. Paese al buio da giovedì

Foto Keystone
10 marzo 2019
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Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha denunciato che il blackout che paralizza il paese da giovedì è stato causato da una serie di "attacchi cibernetici, elettromagnetici e fisici", in un'operazione di "sabotaggio criminale" organizzata dagli Stati Uniti e messa in atto con la complicità di "sabotatori golpisti infiltrati" nell'ente elettrico nazionale Corpoelec.

In un discorso al Palazzo di Miraflores, al termine della Marcia antimperialista bolivariana, Maduro ha detto che in tre occasioni il governo era riuscito a ristabilire l'erogazione di energia elettrica, e ogni volta si sono registrati attacchi e sabotaggi che hanno vanificato i suoi sforzi. Maduro ha definito il blackout "un'imboscata imperiale" e l'"attacco elettrico più grande che sia mai avvenuto nella storia dell'America Latina", annunciando che sono in corso i lavori per ristabilire l'elettricità, nonché un'operazione di "liberazione" della Corpoelec dalle "talpe infiltrate che saranno indagate, scoperte e punite con rigore".

Intanto, anche il presidente boliviano Evo Morales ha condannato quello che ha definito il "codardo attentato terrorista alla rete elettrica che ha sofferto il popolo del Venezuela". In un messaggio su Twitter Morales, tradizionale alleato del chavismo, ha aggiunto che respinge "le costanti sanzioni che gli Usa impongono" al Venezuela, sottolineando che "i popoli dell'America Latina desiderano solo vivere liberi da ogni minaccia".

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