Estero

Venezuela, altissima tensione al confine

L'esercito apre il fuoco, uccidendo due persone e ferendone una decina. Appello del segretario generale dell'Onu Guterres.

(Keystone)
22 febbraio 2019
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Alla vigilia del giorno X, annunciato da Juan Guaidò per l'arrivo degli aiuti umanitari internazionali in Venezuela, la tensione è altissima ai confini del Paese, militarizzati e sigillati da Nicolas Maduro. Con i militari del regime chavista che sembrano pronti a restare fedeli al loro leader: non hanno esitato a sparare, uccidendo almeno due indigeni e ferendone un'altra decina, al confine con il Brasile.

In quel varco, cioè, controllato dalla comunità dei Pemon pronta a bloccare i soldati. E mentre al confine della Colombia, il principale e simbolico punto di accesso dove ha annunciato la sua presenza anche il presidente autoproclamato Juan Guaidò, si alza la musica del concerto per un 'ponte di speranza' voluto dal filantropo Branson, il rischio che la situazione degeneri è reale. Tanto da registrare un appello del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, a "evitare ogni violenza".

Guaidò e i deputati oppositori vogliono essere domani nello Stato di Tachira, dove hanno annunciato quattro punti per la raccolta degli aiuti, attualmente depositati a Cucuta, il principale dei quali è sul ponte di Las Tienditas. È su questo ponte che oggi è andata in scena la sfida di concerti fra i pro e gli anti Maduro: sul versante colombiano, il "Venezuela Aid Live" organizzato da Richard Branson con 'big' della musica latina, e su quello venezuelano "Hands Off Venezuela", lo spettacolo annunciato dal governo di Caracas, con artisti molto meno noti.

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