Estero

'Nessun illecito': Huawei respinge le accuse

Per il Dipartimento di giustizia Usa la società ha rubato segreti commerciali e violato le sanzioni contro l'Iran. Pechino esprime 'grave preoccupazione'.

(Keystone)
29 gennaio 2019
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Huawei respinge le accuse Usa di illeciti penali ufficializzate dal Dipartimento di Giustizia, affermando di "non aver mai commesso le violazioni citate". Il colosso delle tlc cinese, in una nota, precisa anche di "non essere a conoscenza di alcuna violazione" fatta da Meng Wanzhou, la manager figlia del fondatore a capo della finanza e su cui pende la richiesta degli Stati Uniti di estradizione dal Canada a seguito dell'arresto eseguito il primo dicembre a Vancouver su richiesta americana.

Da parte sua la Cina chiede con forza agli Usa di rimuovere la richiesta d'arresto contro Meng Wanzhou e di non procedere con la richiesta di estradizione dal Canada evitando di peggiorare il percorso negativo finora intrapreso: il ministero degli Esteri assicura che Pechino "proteggerà con fermezza i legittimi interessi delle compagnie cinesi".

In una nota, il ministero degli Esteri esprime "grave preoccupazione" per l'ultima mossa decisa dagli Stati Uniti sollecitando la cancellazione della richiesta di arresto di Meng e la fine dell'"irragionevole repressione" messa in atto contro le imprese cinesi, inclusa Huawei. Pechino, sul punto, intende muoversi "con fermezza" lavorando alla tutela di tutti i loro "interessi legittimi".

Gli Stati Uniti hanno accusano ieri Huawei e Meng Wazhou di furto di segreti commerciali e frode per la violazione delle sanzioni contro l'Iran. In particolare sono accusati di aver mentito alle autorità bancarie per evitare dubbi ed eventuali domande su transazioni da milioni di dollari con l'Iran.

Secondo l'accusa Meng avrebbe ripetutamente mentito nel 2013 sui rapporti fra Huawei e la società iraniana Skycom. E il colosso cinese, consapevole delle indagini americane, l'avrebbe coperta e cercato di ostruire e ostacolare il lavoro degli investigatori statunitensi trasferendo possibili testimoni in Cina. Alle accuse sull'Iran si sommano quelle furto di segreti commerciali: con uno ''sforzo concertato'' Huawei ha tentato di rubare informazioni da 'Tappy', il robot di T-Mobile per i test sugli smartphone. La pratiche di Huawei ''vanno avanti da anni'' e riguardano anche i vertici della società, ha denunciato il ministro della Giustizia ad interim, Matthew Whitaker, secondo il quale la Cina dovrebbe agire ed essere preoccupata per l'attività di Huawei.

L'affondo delle autorità americane minaccia il nuovo round di trattative fra Stati Uniti e Cina, che cercano un accordo per disinnescare una guerra commerciale che già si fa sentire sull'economia mondiale

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