Estero

Cannabis nuova 'questione nazionale' turca

Erdogan vuole tornare alla coltivazione massiccia della cannabis, abbandonata sotto pressioni statunitensi. Escluso, ovviamente, l'uso ricreativo

22 gennaio 2019
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"Mi ricordo che mia madre cuciva borse che usavamo per fare la spesa. Non le buttavi via subito, ma le riutilizzavi. E anche se le buttavi, erano ecologiche. Erano fatte di canapa". Evocando con tono nostalgico gli anni dell'infanzia, Recep Tayyip Erdogan lancia la sua ultima scommessa per il futuro della Turchia: tornare alla coltivazione massiccia della cannabis.

Segnalata a sorpresa in un convegno di qualche giorno fa, l'inversione di rotta ha subito scatenato il dibattito, trovando schiere di sostenitori anche nella destra islamica. "In questo Paese abbiamo distrutto la cannabis a causa di alcuni nemici travestiti da amici", ha detto Erdogan, in un apparente riferimento alle pressioni degli Usa per contrastarne la coltivazione e limitarne così il potenziale traffico come stupefacente.

Un assist perfetto per i nazionalisti, che accusano Washington di aver ripetutamente destabilizzato la Turchia, strizzando l'occhio ai presunti golpisti di Fethullah Gulen e sostenendo i curdi in Siria. "La produzione di cannabis è una questione nazionale", ha titolato il giornale Dirilis Postasi, espressione degli ambienti dell'islam politico di Ankara. Secondo i media locali, la coltivazione è scesa dagli oltre 15 mila ettari degli anni Ottanta alle poche decine di oggi. In molte occasioni, le stesse forze di sicurezza hanno requisito e distrutto i campi di marijuana perché controllati dai ribelli del Pkk curdo.

La svolta a sostegno della canapa ha un obiettivo chiaro: sostenere la produzione interna in uno dei periodi più difficili per l'economia turca. Il ministero dell'Agricoltura sta già lavorando a un piano per incentivare la produzione e favorire lo sviluppo di diversi prodotti.

I potenziali utilizzi industriali sono tanti, dal tessile all'energia. E ovviamente c'è anche l'opzione dell'uso a scopo terapeutico. La coltivazione è già permessa in 19 province su 81, ha spiegato il ministro competente Berat Pakdemirli. Zone privilegiate sono i polmoni verdi del mar Nero. Nessuna apertura risulta invece al momento per un uso a scopo ricreativo, un mercato potenzialmente enorme. Ma dopo anni di feroci campagne contro alcol e tabacchi, una giravolta del genere rischierebbe di far scivolare anche Erdogan.

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