Estero

Muro contro muro, ma la Brexit non si rinvia

Alta tensione a Londra: Theresa May si dice pronta al dialogo ma concede ben poco alle opposizioni. Nessun rinvio senza un nuovo accordo: quale?

21 gennaio 2019
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La premier britannica Theresa May afferma di essere disponibile a un «dialogo costruttivo e senza precondizioni» con le opposizioni su un piano B sulla Brexit.

Tuttavia, la premier britannica lamenta il forfait del leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn, insistendo che un “no deal” può essere escluso solo sulla base dell'approvazione di un accordo. May ha per altro escluso che la richiesta di un rinvio dell'uscita dall'Ue del 29 marzo possa essere rivolta a Bruxelles senza la preliminare indicazione di una nuova bozza d'intesa.

Theresa May non ha però fatto alcuna apertura concreta alle opposizioni, neppure quando è stata sollecitata da diversi esponenti laburisti di primo piano (Jeremy Corbyn, Ed Milibad, Yvette Cooper e molti altri) ad accettare almeno l'ipotesi di una permanenza del Regno Unito nell'unione doganale europea dopo la Brexit, se una mozione a favore fosse approvata alla Camera dei Comuni.

Al riguardo la premier si è limitata a dire che la voce del Parlamento va ascoltata, ma anche che «non può essere tradita» la volontà popolare espressa nel referendum del 2016, annacquando la Brexit oltre quanto promesso agli elettori. May ha del resto ripetutamente escluso che l'articolo 50 possa essere revocato e l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue bloccata.

«È un dovere attuare la Brexit e attuarla con un accordo», ha tagliato corto.

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