Brexit

Brexit, Londra non chiederà il rinvio del divorzio (per ora)

May non vorrebbe spostare la scadenza del 29 marzo. E per ora nemmeno dialogare con il leader dell'opposizione Jeremy Corbyn

Ieri sera, fuori dal parlamento britannico (Keystone)
16 gennaio 2019
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l governo britannico di Theresa May non ha per ora in programma di chiedere all'Ue un rinvio dei termini della Brexit rispetto alla scadenza del 29 marzo, malgrado l'umiliante sconfitta di ieri ai Comuni. Lo ha detto a Bbc Radio 4, la ministra Andrea Leadsom, brexiteer di spicco rimasta nel governo.

Leadsom ha invece confermato che la premier prevede, se si salverà dalla sfiducia stasera, di incontrare esponenti dell'opposizione per cercare una piattaforma d'accordo condivisa, ma al momento non il leader laburista Jeremy Corbyn.

Le parole della ministra dei Rapporti con il Parlamento hanno peraltro subito suscitato reazioni negative nel Labour, anche da figure di rilievo dell'ala anti-Corbyn come Yvette Cooper.

«È ridicolo» pensare che il governo pretenda di avviare un dialogo bipartisan senza parlare con i leader dei partiti d'opposizione a cominciare da Corbyn, ha detto Cooper, aggiungendo che Leadsom trasforma gli accenni di apertura di Theresa May in «una parodia».

La premier - ha concluso Yvette Cooper - «deve rendersi conto» che il suo accordo è stato bocciato alla Camera dei Comuni ieri «con un maggioranza di 230 voti» e riconoscere questa realtà.

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