Francia

Protesta a suon di botte. È caccia all'ex campione di pugilato

La rivolta dei gilet gialli si fa violenta. Sorpreso a menare le mani anche un pugile titolato. Intanto, si mobilitano le donne

(foto Keystone/Epa/Ian Langsdon)
6 gennaio 2019
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Da pugile a picchiatore: è caccia all'ex campione di Francia che ha trasferito la sua abilità dal ring alla piazza dei gilet gialli, pestando un poliziotto a mani nude. Sempre più violenta - anche un poliziotto a Tolone è accusato di aver picchiato diversi manifestanti -, la protesta non sembra poter sfociare nel dialogo auspicato da Macron. E debuttano le donne in gilet giallo, con una manifestazione carica di rivendicazioni, ma pacifica alla Bastiglia, tra le note della Marsigliese e un messaggio al presidente: 'Sei finito, le ragazze sono in piazza".

Sullo sfondo di una violenza che le forze dell'ordine - all'ottavo appuntamento in piazza con i gilet gialli - non riescono assolutamente ad arginare, il personaggio del giorno è, quindi, Christophe Dettinger, campione di Francia dei massimi-leggeri dal 2007 al 2008, un armadio di muscoli da 90 chili immortalato domenica sulla passerella della Senna mentre - a mani nude - picchiava un poliziotto infischiandosene del suo scudo e del suo casco. Poco dopo, irrefrenabile, va oltre la boxe e - sempre ripreso in un video - prende a calci un gendarme a terra.

Il pugile è stato denunciato, ma non ancora rintracciato, nonostante il suo allenatore - Dettinter, 37 anni, si allena ancora in banlieue di Parigi - lo abbia invitato a costituirsi. La Federazione di boxe lo ha sconfessato, il ministro dell'Interno Christophe Castaner gli ha annunciato che dovrà "rendere conto di questo attacco vile e intollerabile".

L'esasperazione aumenta la violenza, un altro video inchioda un poliziotto che - a Tolone - è stato ripreso mentre picchia diversi manifestanti, immobilizzandoli spalle al muro. Si accanisce in particolare a pugni contro uno di loro, che aveva in mano un collo di bottiglia rotta e che - riferiscono fonti dell'inchiesta interna - aveva appena danneggiato delle auto.

A dare oggi un'immagine diversa della protesta dei gilet gialli sono state le donne, che in mattinata - a centinaia - si sono riunite in diverse città della Francia. A Parigi erano alcune decine a gridare la loro protesta per la precarietà della loro vita e per la politica del governo che non gli permette di arrivare a fine mese. "Non una manifestazione femminista ma una protesta femminile", hanno ripetuto nei loro slogan le donne in giallo.

Il tema dominante è la violenza, il dialogo auspicato da Macron con il suo "dibattito nazionale" sulle grandi priorità del Paese sembra avere ogni giorno meno sostenitori. Il dibattito dovrebbe cominciare il 15 gennaio, ma se i gilet gialli non ci hanno mai creduto, l'idea sembra perdere terreno persino nel partito di maggioranza, La Republique en Marche. Sul piano del consenso verso i gilet gialli, i sondaggi che qualche settimana fa ondeggiavano fra il 70 e l'80% dell'opinione pubblica, segnalano un'adesione sempre minore: ormai è soltanto il 55% dei francesi ad auspicare che il movimento cominciato a metà novembre prosegua con i suoi appuntamenti settimanali in piazza.
 
 

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