Estero

La Corte di Strasburgo condanna la Russia per Navalny

Il 'nemico numero uno' di Putin esulta in aula per la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo

L'oppositore di Putin (Keystone)
15 novembre 2018
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dato ragione ad Aleksey Navalny: i ripetuti fermi e arresti del “nemico numero uno” di Putin sono illegittimi e frutto di persecuzione politica. L'oppositore russo non ha nascosto il suo entusiasmo in aula.

Questa sentenza, ha dichiarato, è "una grande vittoria" e ha "notevole importanza non solo per me, ma anche per le moltissime persone in tutta la Russia che vengono regolarmente acchiappate e messe dentro per palesi motivi politici".

Per il Cremlino, quello arrivato da Strasburgo è invece uno schiaffo. La Grande Camera della Corte ha emesso infatti una condanna più dura rispetto alla precedente. L'anno scorso il tribunale aveva ordinato alla Russia di pagare 63'000 euro a Navalny per sette fermi "illegittimi" subiti dal dissidente tra il 2012 e il 2014, ma non si era pronunciato sulla motivazione politica delle misure.

Oggi invece i giudici non solo hanno confermato il risarcimento, ma hanno anche riconosciuto che in almeno due casi l'arresto di Navalny aveva come obiettivo quello di "sopprimere il pluralismo politico". Strasburgo ha inoltre denunciato i tentativi delle autorità russe di "tenere l'opposizione sotto controllo" e ha chiesto al Cremlino di garantire il rispetto del diritto di assemblea.

Si tratta di un elemento fondamentale, perché Navalny è il principale avversario politico di Putin. È stato lui negli ultimi anni a trascinare in piazza migliaia e migliaia di persone in manifestazioni antigovernative regolarmente soppresse dalla polizia russa con ondate di fermi e arresti e spesso anche qualche manganellata.

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