Estero

Genova: pronti ad abbattere quel che resta del ponte

Intanto la Guardia di finanza diffonde un nuovo video del crollo. Tra i reati ipotizzabili si fa strada anche l'omicidio stradale colposo aggravato

20 agosto 2018
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La procura di Genova è pronta, in caso di concreto pericolo, ad autorizzare l'abbattimento del moncone di ponte Morandi, sequestrato il 17 agosto dopo il crollo della campata, che si trova sopra gli edifici evacuati di via Porro.

Ieri sera infatti sono stati segnalati scricchiolii che hanno portato i Vigili del fuoco italiani alla sospensione del recupero beni da parte sei cittadini sfollati. Nel caso in cui segnalino l'eventualità di concreto pericolo la magistratura genovese si è detta "pronta a dissequestrare e autorizzare l'abbattimento".

Per quanto riguarda le cause del crollo della parte centrale del ponte, secondo la procura, il carro ponte attaccato all'impalcata di "ha certamente aumentato il peso e potrebbe aver contribuito al cedimento di parte del viadotto".

Tra i reati ipotizzati finora - omicidio colposo plurimo aggravato, attentato alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo - i pubblici ministeri (pm) stanno vagliando l'ipotesi di inserire, appena vi siano iscrizioni nel registro degli indagati, anche l'omicidio stradale colposo aggravato. Di questo discuteranno domani in un vertice.

Oggi la Guardia di finanza di Genova ha intanto diffuso un nuovo video del crollo ripreso da telecamere posizionate sulla strada sottostante: alcuni mezzi sono riusciti a evitare la tragedia transitando solo pochi secondi prima dell'impressionante caduta.

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