Estero

La lettera dal carcere di Lula

'Sono e resto candidato', insiste l'ex presidente brasiliano. Ma al contempo ammette che potrebbe anche non esserlo.

((Keystone))
13 agosto 2018
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"Sono e resto candidato alla presidenza": con queste parole, Luis Inacio Lula da Silva ha confermato la sua intenzione di restare in corsa per le elezioni brasiliane del prossimo 7 ottobre, indicando però che "parlerà attraverso la voce" del suo candidato vice, l'ex sindaco di San Paolo Fernando Haddad.

In una lettera dal carcere di Curitiba, l'ex presidente ha detto che "pensavano che isolandomi mi avrebbero obbligato al silenzio, ma io farò sentire la mia voce attraverso il compagno Haddad e la compagna Manuela D'Avila", la deputata del Partito Comunista del Brasile (PcdoB) che diventerà candidata alla vicepresidenza se il Tribunale Superiore Elettorale (Tse), come è probabile, finirà per bocciare la sua candidatura.

Lula – che da aprile sta scontando una pena di 12 anni per corruzione e riciclaggio – ha ripetuto ancora che è stato condannato "senza prove" e per motivi politici, ma per la prima volta ha ammesso implicitamente che Haddad e D'Avila potrebbero diventare il 'ticket' ufficiale del suo Partito dei Lavoratori (Pt) per le elezioni di ottobre.

L'ambigua posizione dell'ex presidente – candidato ufficiale del Pt ma di fatto invisibile, giacché in carcere – ha già escluso il suo partito dal primo dibattito televisivo fra candidati capi di Stato, andato in onda giovedì scorsa sul canale BandNews.

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