Estero

Sfida europea sui migranti, il testo delude l'Italia

I capi di governo dei 28 dell'Ue scrivono di una “sfida condivisa”. Felici Merkel e Macron, meno Conte e gli Stati più esposti. Salvini: “Promesse, aspetto i fatti”.

29 giugno 2018
|

Sono 12 i punti del documento adottato a Bruxelles dai capi di Stato e di governo dell’Ue sui migranti. La questione, si sottolinea, è “una sfida, non solo per il singolo Stato membro, ma per l’Europa tutta” e il “buon funzionamento della politica dell’Unione presuppone un approccio globale che combini un controllo più efficace delle frontiere esterne, il rafforzamento dell’azione esterna e la dimensione interna”.

Mediterraneo centrale

Su questa rotta, recita il testo, dovrebbero essere maggiormente intensificati gli sforzi per porre fine alle attività dei trafficanti dalla Libia o da altri Paesi. L’Ue “resterà al fianco dell’Italia e degli altri Stati membri in prima linea a tale riguardo”. In che modo? ` ancora tutto da verificare. Previsto inoltre un maggiore sostegno a favore della regione del Sahel, della guardia costiera libica, delle comunità costiere e meridionali.

Piattaforme

Secondo i 28 dell'Ue, occorre un nuovo approccio allo sbarco di chi viene salvato in operazioni di ricerca e soccorso, basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri. Consiglio e Commissione devono esaminare rapidamente il concetto di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con i Paesi terzi interessati e con l’Unhcr e l’Oim. Tali piattaforme dovrebbero operare distinzioni tra i singoli casi, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Nel territorio dell’Ue coloro che vengono salvati dovrebbero essere presi in carico sulla base di uno sforzo condiviso e trasferiti in centri sorvegliati istituiti negli Stati membri – ecco un punto controverso – unicamente su base volontaria (e solo per quanto riguarda i rifugiati). L’obiettivo è distinguere i migranti irregolari, che saranno rimpatriati, dalle persone bisognose di protezione internazionale. Tutte le misure nel contesto di questi centri sorvegliati, ricollocazione e reinsediamento compresi, saranno attuate "su base volontaria", lasciando impregiudicata la riforma di Dublino.

Partenariato con l'Africa

Per affrontare alla radice il problema della migrazione è necessario un partenariato con l’Africa volto a una trasformazione socioeconomica sostanziale del continente africano. Sancito il trasferimento al Fondo fiduciario dell’Ue per l’Africa di 500 milioni di euro dal fondo europeo di sviluppo. Questo potrebbe essere un primo passo sensato nell'ottica di un progressivo risarcimento del continente nero, usato e depredato dalle potenze del nord, purché non si traduca nell'arricchimento di pochi a scapito dei tanti.

Frontiere esterne

Gli Stati membri devono assicurare il controllo efficace delle frontiere esterne dell’Ue con il sostegno finanziario e materiale dell’Unione. Necessario anche intensificare il rimpatrio dei migranti irregolari. Riguardo a entrambi gli aspetti, il ruolo di sostegno svolto da Frontex dovrebbe essere ulteriormente potenziato.

Movimenti secondari

Per quanto concerne la situazione all’interno dell’Ue, secondo i 28 questi movimenti di migranti da uno Stato all'altro rischiano di compromettere l’integrità del sistema europeo comune di asilo e di Schengen. Gli Stati membri dovrebbero adottare tutte le misure legislative e amministrative interne necessarie per contrastarli. A scapito di chi, vien da chiedersi? Dei Paesi maggiormente esposti e più impegnati nell'accoglienza. E a vantaggio, fra gli altri, della Germania di Angela Merkel, che ritorna vittoriosa in patria, a differenza del primo ministro italiano Giuseppe Conte. Non a caso, è subito arrivato il commento gelido di Matteo Salvini, ministro dell'Interno: “Solo promesse, aspetto i fatti”.

Sistema di Asilo

Secondo l'Ue, è necessario trovare un consenso sul regolamento Dublino per riformarlo sulla base di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà.

 

Passando ai rapporti con gli Usa di Trump, pieno sostegno è stato espresso da parte dei 28 alle contromisure sui dazi Usa su acciaio e alluminio e a qualsiasi altra mossa protezionista, incluse quelle contro i prodotti agroalimentari europei come è avvenuto per le olive spagnole. È quanto hanno concordato i leader europei nelle conclusioni del vertice.

“In risposta alla decisione degli Stati Uniti di imporre all’Ue tariffe sull’acciaio e l’alluminio, che non possono essere giustificate da motivi di sicurezza nazionale, il Consiglio europeo – si legge nel documento – sostiene pienamente le misure di riequilibrio, le possibili misure di salvaguardia a tutela dei nostri mercati così come il procedimento legale presso il Wto, decisi su iniziativa della Commissione. L’Ue deve rispondere a tutte le azioni di chiara natura protezionistica, comprese quelle che mettono in discussione la Politica agricola comune”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE