Estero

Chiesto il rinvio a giudizio per la sindaca di Torino e altri 14

Strage sfiorata durante la proiezione della finale di Champions League dello scorso anno. Disastro, lesioni e omicidio colposo i reati ipotizzati.

((Keystone))
22 giugno 2018
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Su piazza San Carlo la procura di Torino non molla la presa. Per Chiara Appendino e altri quattordici indagati (tra cui l'ex capo di gabinetto della sindaca, Paolo Giordana, e l'ex questore Angelo Sanna) ora c'è una richiesta di rinvio a giudizio. Disastro, lesioni e omicidio colposo sono i reati ipotizzati. "Ho il massimo rispetto per il lavoro della magistratura - ha detto la sindaca - mi difenderò nel processo e non dal processo".

Non è bastato il memoriale difensivo che gli avvocati della prima cittadina, Luigi Chiappero ed Enrico Cairo, avevano consegnato ai pm nei giorni scorsi. "Noi - spiegano - pensavamo, e tuttora pensiamo, che Appendino dovesse essere prosciolta. Lo ribadiremo all'udienza preliminare".

La proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League, il 3 giugno 2017, si trasformò in un incubo: il panico improvviso, il fuggi fuggi della folla impazzita, gli oltre 1.500 feriti e la morte di una donna, l'ossolana Erika Pioletti.

A scatenare il caos, secondo quanto ha scoperto la polizia, fu un gruppetto di giovanissimi scippatori con il loro spray al peperoncino. Ma il fascicolo sulla sindaca e sull'ex questore riguarda il modo in cui venne pianificata e gestita la serata: poco budget, poco tempo e tante lacune.

Con l'avviso di chiusura indagini consegnato l'11 aprile si attribuivano alla Appendino nove profili di colpa. A cominciare dall'avere affidato l'organizzazione dell'evento (tramite Giordana) all'agenzia Turismo Torino il 26 maggio, che a conti fatti significa con un anticipo di soli quattro giorni lavorativi. E di non avere vietato la circolazione di bevande in bottiglie di vetro.

Per i pubblici ministeri, che fanno perno su una consulenza tecnica dell'architetto Mauro Esposito, la manifestazione avrebbe dovuto essere annullata.

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