Estero

Conte e Macron di nuovo amici per cambiare Dublino

Dopo la crisi diplomatica per le critiche alla gestione dei migranti, Italia e Francia si riscoprono d'accordo suli hotspot nei Paesi d'origine

©Keystone
15 giugno 2018
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“Con Macron l’intesa è perfetta”. Non si sarebbe detto, fino al giorno prima, ma Emmanuel Macron e Giuseppe Conte hanno recitato ieri una perfetta corrispondenza sul tema dell’immigrazione. Favorita certamente da un ingegnoso escamotage: facciamo gli hotspot (i centri di raccolta) nei paesi d’origine e di transito dei migranti, e tutto va a posto.

Una bella e fantasiosa invenzione (il migrante che lascia casa e famiglia non per tentare la traversata del Sahara e del Mediterraneo, ma per andare a registrarsi all’hotspot più vicino, come in un’agenzia di viaggi...), servita probabilmente a produrre un comunicato congiunto, ma non a far tacere il solito Salvini, il quale dall’altra parte del confine avvertiva che “è venuto il momento di tirar fuori le palle”, garantendo ai suoi fan sempre più numerosi che l’Italia “non calerà più le braghe in Europa”.

Cosicché a un Conte ormai abituato a farlo, non è rimasto che dirsi d’accordo col proprio ministro dell’Interno, per sentirsi rimbeccare dall’“amico Emmanuel”: che le decisioni e gli impegni di un Paese vengono assunti “dal capo di Stato o dal capo di governo”.

Un riferimento chiaro del capo dell'Eliseo contro ogni ipotesi di asse dei “volenterosi”, proposto per far fronte alla crisi migratoria dall’Austria con Germania e Italia. “Diffido di queste formule che non ci hanno portato mai tanta fortuna nella storia”. E chi voleva capirla l’ha capita, chi doveva non si sa.

È infatti stata la ‘Bild Zeitung’ a cogliere al volo l’assist di Salvini: qualunque cosa decida – ha scritto uno dei più letti quotidiani reazionari d’Europa – Angela Merkel non si salverà da una crisi di governo, generata proprio dalle divisioni in seno all’esecutivo sulla politica migratoria. Da una parte la cancelliera, decisa a fermare la politica dei respingimenti immediati, dall’altra la Csu di Horst Seehofer, fautore del blocco e dell’asse con Vienna e Roma.

Sui respingimenti dei migranti registrati in altri paesi Ue, bisogna concordare la linea con l’Europa, ha ripetuto Merkel. Ma ormai anche lei ha un Salvini in casa. 

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