Estero

L'Isis rivendica l'autobomba a Bengasi

Nell'attentato in Libia di questa mattina sono morte almeno 7 persone e altre 20 sono rimaste ferite

Keystone
25 maggio 2018
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L'Isis ha rivendicato l'autobomba esplosa a Bengasi uccidendo almeno 7 persone e ferendone oltre 20.

Un messaggio rilanciato su vari account Twitter e segnalato da media come Alwasat, la branca cirenaica ("Welayet Barqa") dello Stato islamico riferisce che "lupi solitari" del "Califfato" hanno "preso di mira un gruppo di soldati del tiranno" Khalifa Haftar.

I militari del generale, "nemici di Dio", sono stati colpiti "con un'operazione suicida benedetta nella quale sono rimasti uccisi o feriti decine di loro", si afferma nella breve rivendicazione che minaccia ulteriori attentati: "Il prossimo sarà ancora peggio per i rinnegati della Karama di Haftar".

Il riferimento, implicito, è alla "Amaliyet al Karama", "l'Operazione Dignità" lanciata dal generale nel maggio 2014 e che l'hanno scorso portò alla cacciata dei jihadisti per tre anni asserragliati in alcuni quartieri di Bengasi, la seconda maggiore città libica.

Solo mercoledì la missione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite in Libia, prendendo spunto da un'autobomba esplosa il giorno prima nei pressi di Ajdabiya causando la morte di almeno due miliziani di Haftar, aveva lanciato un allarme sulla gravità della "minaccia" rappresentata da attentati dell'Isis nell'instabile Paese nordafricano.

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