Estero

M5S e Lega convocati nel pomeriggio da Mattarella

Il presidente della Repubblica a partire dalle 17.30 riceverà in consultazione alcuni esponenti al fine di far nascere l'esecutivo

Sergio Mattarella (foto: Keystone)
21 maggio 2018
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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per oggi M5S e Lega. Questo il calendario delle consultazioni: alle 17.30 Danilo Toninelli e Giulia Grillo, rispettivamente Presidente del Gruppo Parlamentare "MoVimento 5 Stelle" del Senato e della Camera, accompagnati dall'On. Luigi Di Maio. Mentre alle 18, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, rispettivamente Presidente del Gruppo Parlamentare "Lega - Salvini Premier" del Senato e della Camera, accompagnati da Matteo Salvini. 

Potrebbe essere, salvo sorprese, quello del giurista Giuseppe Conte il nome che Matteo Salvini e Luigi Di Maio indicheranno al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quando saranno ricevuti al Quirinale per tirare le somme dopo oltre 70 giorni di trattativa e capire se l'intesa raggiunta tra i due leader, dopo una serie di faccia a faccia, possa consentire la nascita dell'esecutivo.

Il nome su cui si sarebbe raggiunto l'accordo arriva al termine di un'ennesima giornata di contatti telefonici e culminata con un vertice tra i due leader che alla fine avrebbero trovato un'intesa su Conte, tecnico di area M5S che di Di Maio voleva già nel suo governo. E un accordo di massima sarebbe stato raggiunto anche sulla squadra dell'esecutivo. Anche se proprio sulla squadra l'occhio vigile del Colle, si racconta in ambienti politici, avrebbe rilevato alcune incongruenze da verificare e risolvere. L'occhio del Quirinale avrebbe puntato l'attenzione, si racconta in ambienti parlamentari, su alcuni ministeri di peso come Economia, Esteri e Difesa.

E prova che l'intesa in realtà non sia del tutto blindata è lo stupore fatto trapelare da Lega e M5S di fronte alla notizia che il Capo dello Stato attende entrambi per il pomeriggio al Colle. Insomma, la sensazione è che la partita sia quasi chiusa. Ma fino a quando non ci sarà l'ufficialità, sia Lega che Movimento Cinque Stelle mostreranno cautela. E non è un caso che sia Salvini che Luigi Di Maio si appellino indirettamente al Capo dello Stato a cui spetta l'ultima parola: "Speriamo che nessuno metta veti su una scelta che rappresenta la volontà della maggioranza degli italiani", mette in chiaro il segretario del Carroccio che ribadisce come il nome del premier soddisfi "sia la Lega che i pentastellati".

Quanto al suo futuro nel governo il leader leghista non si sbilancia ma conferma la sua disponibilità e quella di Di Maio a far parte della squadra. Alle parole di Salvini fa eco proprio il capo dei pentastellati che si dice pronto a far parte del governo ed annuncia la nascita di un super ministero frutto dell'unione tra Mise e Lavoro, che sarà guidato da un esponente del Movimento: "Abbiamo chiesto che il ministero dello sviluppo economico venga accorpato con il Lavoro per diventare un super dicastero per risolvere i problemi degli italiani. E che vada al Movimento 5 Stelle insieme a tanti altri", spiega Di Maio che poi annuncia battaglia con l'Europa: "Prima di spread e dei parametri di Bruxelles vengono i cittadini italiani con i loro diritti essenziali. E se dovremo pretendere qualcosa in Europa non andremo col cappello in mano ma chiederemo i margini per poter spendere".

In attesa che il nome venga ufficializzato, però, tra gli altri partiti e in particolare quelli del centrodestra sale la tensione. Sotto i riflettori finisce Fratelli d'Italia. Il segretario della Lega non ha fatto mistero di gradire un allargamento anche a Giorgia Meloni ma la leader di Fratelli d'Italia ha sempre condizionato il sì del suo partito alla scelta del premier e in particolare a un presidente del Consiglio di centrodestra. Sul piede di guerra invece Forza Italia. La decisone finale sarà presa in una riunione ad hoc che Berlusconi convocherà la prossima settimana (tra martedì e giovedì a seconda di quando il governo si presenta alle Camera). Ma da Arcore la linea dell'ex capo del governo non cambia. Da parte del Cavaliere ci sarebbe profondo scetticismo per la scelta del capo dell'esecutivo e per il programma messo in campo: "Da parte nostra non ci saranno sconti".

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