Estero

Gli ispettori dell'Opac bloccati a Damasco

Nuove polemiche incrociate dopo l'attacco alla Siria. Solo mercoledì gli esperti cominceranno a raccogliere prove sul presunto attacco chimico a Duma.

16 aprile 2018
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Dopo la pioggia di missili è una guerra di nervi in Siria. Gli ispettori dell'Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche (Opac) sono arrivati da due giorni a Damasco ma sono ancora bloccati, impossibilitati a svolgere il loro lavoro.

Per farlo dovrebbero accedere a Duma, il sobborgo della capitale siriana colpito il 7 aprile scorso dal presunto attacco chimico sferrato dalle forze di Assad. E lì dovrebbero raccogliere quei campioni biologici e quelle testimonianze necessarie per stabilire la verità su quanto accaduto. A partire dall'uso o meno di armi letali imbottite di gas come il cloro e il sarin. Prima di mercoledì però non potranno farlo, secondo quanto ha affermato il ministero della Difesa di Mosca.

Così, mentre Donald Trump ed Emmanuel Macron litigano sulla durata dell'impegno Usa nel Paese mediorientale e fonti militari israeliane ammettono per la prima volta (al New York Times) di avere attaccato la base T4 di Tayfur in Siria - da cui era partito un drone armato iraniano contro lo Stato ebraico -, sul campo è una ridda di accuse incrociate.

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