Estero

Siria, colpita scuola nella Ghuta. Strage di bambini

È allarme per l'esodo di massa dei civili; in fuga oltre 150 mila persone

Tragedia senza fine
(Keystone)
20 marzo 2018
|

In una martellante sequenza di attacchi, una ventina di bimbi ha perso la vita in almeno due raid separati attribuiti alle forze di regime, che, con un missile lanciato da un caccia, hanno colpito una scuola trasformata in riparo per i rifugiati ad Arbin, nella Ghuta orientale – regione dove continua inesorabile l’avanzata delle forze governative –, uccidendone 15 e anche tre donne. Stessa drammatica sorte per altri 4-5 bambini morti in un bombardamento sul campo profughi di Has, nella provincia settentrionale di Idlib. Questo nel giorno in cui i colpi di mortaio e forse razzi, probabilmente sparati dai ribelli della Ghuta, hanno centrato un mercato – secondo quanto afferma la tv di stato – alla periferia di Damasco, provocando la morte di almeno 29 persone e ferendone altre 23: un attacco che i media di regime hanno definito "terrorista".

Per i bambini siriani, intrappolati nelle zone di combattimento, la guerra è una tragedia senza fine. Le agenzie dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, Unicef in testa, ricordano oggi che i bambini costituiscono la maggioranza delle persone in fuga dalla Ghuta e anche da Afrin, l’enclave curda nel nord-ovest siriano investita dall’offensiva turca. Per l’Unicef, sono bambini il 70% delle decine di migliaia di persone che nei giorni scorsi sono state costrette a lasciare la Ghuta sotto le bombe.

C'è urgente bisogno di aiuti umanitari

L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) da Ginevra lancia un pressante allarme al mondo, stimando che i civili, compresi i bambini, fuggiti dai combattimenti ad Afrin totalizzino i 104’000, mentre ve ne sono almeno 45’000 scappati dalla Ghuta orientale. L’ong indipendente Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) va oltre stimando che a lasciare la regione assediata a est di Damasco siano già 80’000. Ma l’Unhcr afferma che nei territori della Ghuta controllati da milizie anti-regime rimangano tuttora centinaia di migliaia di persone, molte con urgente bisogno di aiuto umanitario.

Bombardamenti con ordigni a grappolo

Nel corso della giornata, fanno sapere fonti della protezione civile locale, sulla Ghuta sono proseguiti bombardamenti anche con ordigni a grappolo. Le forze governative avanzano su Ain Tarma e annunciano di aver preso il controllo dell’80 per cento dell’area assediata. Per il comando militare russo, che supervisiona l’offensiva lealista contro i gruppi sostenuti da Turchia, Arabia Saudita e Qatar, i governativi hanno preso il 65 per cento. A sud di Damasco, l’Ondus afferma che miliziani che si dicono affiliati all’Isis hanno preso il controllo di Qadam, quartiere alla periferia sud della capitale, in precedenza controllato da miliziani anti-regime che si sono arresi nei giorni scorsi al governo. Nel nord-ovest della Siria, infine, la Turchia e le milizie siriane alleate di Ankara hanno rafforzato il controllo dentro e fuori Afrin, capoluogo dell’enclave curda fino a pochi giorni fa in mano ai miliziani curdi del Ypg, ora in ritirata verso zone governative siriane.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔