Estero

'In Siria decine di civili morti in raid Russia e coalizione Usa'

Lo denuncia il rapporto della Commissione dell'Onu sui crimini di guerra pubblicato oggi a Ginevra

(Pixabay)
6 marzo 2018
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Nei mesi scorsi la Russia e la Coalizione a guida Usa "sono stati responsabili dell’uccisione di decine di civili in Siria", dove Damasco ha "usato almeno tre volte gas tossici in attacchi nel Ghuta orientale". Lo denuncia il rapporto della Commissione dell’Onu sui crimini di guerra in Siria pubblicato oggi a Ginevra. I russi "hanno bombardato un mercato a ovest di Aleppo, 84 i morti", e anche se non è emerso se si sia trattato di un attacco deliberato si configura un crimine di guerra. La Coalizione, in tre raid su una scuola a Raqqa, ha ucciso 150 profughi, cinque volte quanto ammesso dal Pentagono. "E’ incomprensibile che nonostante questa vasta gamma di violazioni, alle vittime siriane e ai sopravvissuti sia negata qualsiasi forma di giustizia", ha detto il presidente della Commissione, Paulo Pinheiro, presentando il rapporto. L’Onu afferma che il governo siriano "ha usato armi chimiche contro i ribelli nella Ghuta orientale, tre volte il cloro a luglio, nell’area di Harasta (un altro sobborgo di Damasco, ndr)" e ricorda che l’uso di queste armi "è proibito indipendentemente dal bersaglio militare". Nel testo si chiede con forza l’immediato rilascio dei bambini, delle donne, degli anziani e dei disabili, e l’accesso degli osservatori internazionali a ogni centro di detenzione, inclusi quelli creati dalle milizie armate. In Siria, "la Coalizione internazionale ha fallito nell’assumere ogni possibile precauzione per proteggere i civili, come quando ha bombardato l’area di al Mansura (Raqqa), causando la morte di almeno 150 profughi, comprese donne e bambini". Rimasti intrappolati nel corso dell’offensiva per liberare Raqqa, molti civili sono stati usati come scudi umani, anche a Day az Zor. Almeno 80.000 profughi "sono bloccati nel nord del Paese", dove le Forze democratiche siriane

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